La violenza maschile sulle donne non è infatti un problema delle donne, riguarda tutti. Perché la lista dei femminicidi in Italia è anche quest’anno insopportabilmente lunga. Donne ammazzate solo perché donne, il più delle volte in ambito familiare o affettivo, dal partner o da un ex, a tutte le età. Tragedie private che svelano un’emergenza sociale, il cancro pubblico della violenza di genere, che rappresenta una delle principali forme di violazioni dei diritti umani, in tutte le società. Una violenza strutturale che ha radici profonde e tante facce, una violenza che vive nelle azioni quotidiane, nel lavoro, nella società, negli stereotipi e nella cultura, in famiglia e nei rapporti di coppia. Un fenomeno che non si arresta, si insinua subdolo con mille sfaccettature, e il femminicidio ne è il volto più estremo.
In Italia, però, il femminicidio non si configura attualmente come reato autonomo, esistono aggravanti per la violenza domestica e sessuale, ma non per il movente di genere. Così gli omicidi volontari calano, ma non per le donne. Mentre nei primi anni ‘90 a ogni vittima donna corrispondevano cinque uomini, nel 2021 questo rapporto è sceso a 1,6. E la stragrande maggioranza delle donne uccise in Italia continua a essere vittima di un femminicidio. A testimoniarlo sono i fatti.
Al 12 novembre, e la lista si è nel frattempo ancora allungata, erano 102 le donne vittima di omicidio volontario, su un totale di 285 reati. Tra queste, 82 sono state uccise in ambito familiare e affettivo (il 65,5% delle vittime della fattispecie), con 53 donne a cadere sotto la mano assassina del proprio partner o di un ex (il 92,4% delle vittime della fattispecie). E ancora, nei primi sette mesi dell'anno sono state più di 8.600 le denunce per stalking, con oltre 2.400 ammonimenti del Questore, di cui 1.500 per violenza domestica. Nel frattempo, nel 2022 il numero antiviolenza nazionale 1522 ha "intercettato" oltre 11.600 donne vittime di violenze, multiple nel 66,9% dei casi, e allo stesso tempo le violenze sessuali sono cresciute dell'11% rispetto al 2019.
Questi sono i dati*, questi sono i fatti. Per un'azione e una presa di coscienza collettiva, lo SPI CGIL trevigiano e il Coordinamento Donne promuovono quest'anno due iniziative. Nella mattina di mercoledì 22 novembre saranno in piazzale Europa a Oderzo con un gazebo di sensibilizzazione, organizzato insieme alla FNP CISL e al suo Coordinamento Donne, con il patrocinio del Comune. Sabato 25 novembre, nella sede Auser di Casale sul Sile, il Coordinamento, con la collaborazione del Centro Antiviolenza Telefono Rosa di Treviso e del CUAV Cambiamento Maschile Treviso organizzano un pranzo comunitario, un'occasione per incontrare le donne straniere del territorio e condividere esperienze, storie vissute e cibo multietnico. Nelle sedi CGIL, oltre al materiale multilingua sul numero antiviolenza 1522, disponibili anche i volantini di sensibilizzazione.
* Dati ISTAT e Dipartimento Pari Opportunità, dati Ministero dell’Interno - Omicidi Volontari | Rapporto criminalità | Dossier Viminale