Per la Giornata della Memoria lo SPI CGIL di Treviso organizza una serata-incontro per ricordare l’orrore che ha interessato anche le nostre terre. Presentazione del volume Istresco La mia vita era cambiata tanto presto
Parole e immagini per non dimenticare
Martedì 22 gennaio 2018 alle ore 20.30 al Cinema Turroni di Oderzo
A settantaquattro anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, il 27 gennaio ricorre il “Giorno della memoria”, dedicata al ricordo delle vittime della follia nazi-fascista. In questa occasione, lo SPI CGIL di Treviso, insieme a AUSER, ANPI e Circolo Cinematografico Enrico Pizzuti, e con il patrocinio del Comune di Oderzo, ha in programma per martedì 22 gennaio alle ore 20.30, al Cinema Turroni di Oderzo, la serata-incontro “Parole e immagini per non dimenticare”.
L’iniziativa, a ingresso libero, vuole ripercorrere i drammatici avvenimenti di quel buio periodo che ha interessato anche il territorio della Marca trevigiana, attraverso un fil rouge che lega il volume edito Istresco “La mia vita era cambiata tanto presto. Il racconto di Gerda Pressburger, la bambina salvata da Auschwitz (Montebelluna 1941-1945)”, con la curatela di Lucio De Bortoli e presentato per l’incontro da Amerigo Manesso, alla proiezione di un cortometraggio sulla Shoah, alle letture e a un elaborato degli studenti del Liceo opitergino Antonio Scarpa e alla testimonianza video della senatrice Liliana Segre. L’incontro sarà replicato mercoledì 30 gennaio alle scuole medie di Oderzo, dove le letture saranno affidate agli studenti dell’Obici, grazie alla sensibilità dimostrata sul tema dai docenti. Per Ugo Costantini, responsabile di zona SPI CGIL di Oderzo, “un’iniziativa per non dimenticare gli orrori della guerra e le follie delle dittature e, attraverso la memoria, costruire insieme un presente e un futuro di pace e rispetto in un’Europa sempre più unita e solidale”.
IL VOLUME
“La mia vita era cambiata tanto presto. Il racconto di Gerda Pressburger, la bambina salvata da Auschwitz (Montebelluna 1941-1945)” narra le vicende della piccola Gerda che, in fuga da Vienna non ancora decenne, viene ospitata, assieme ai genitori e altri tre internati, a Montebelluna, in casa di Angelo Bressan, sotto il controllo delle autorità. Dopo l’8 settembre si rifugia ad Alano con la famiglia ma, scoperti, sono costretti a tornare. I genitori vengono arrestati, incarcerati a Treviso e deportati ad Auschwitz. Gerda invece si salva, nascosta da Mons. Bortoletto nell’orfanotrofio Don Bosco di Guarda, e a guerra finita, raggiunge i parenti a Lisbona, per poi trasferirsi in America. Le sue memorie, custodite e giunte fino a noi, sono un vivo racconto della fuga dall’orrore del male.