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Rivalutazione delle pensioni, tutti i tagli

Informazioni Spi - 20/02/2019

Prorogate per il 2019 le misure per l’anticipo pensionistico già attivate dai precedenti esecutivi (Opzione Donna, APe Sociale e Volontaria, Precoci e Usuranti), le risorse destinate dal Governo a Quota 100 - in pensione a 62 anni con 38 di contributi, requisiti che penalizzano donne e lavoratori discontinui - sono state tagliate di quasi 2,8 miliardi di euro per il primo anno rispetto ai proclami.

A finanziare comunque la misura, sperimentale per tre anni, non tanto il contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 100mila euro lordi (con un recupero di 76 milioni nel 2019 e di meno di 1 miliardo in tre anni), bensì il taglio delle rivalutazioni per gli assegni sopra 3 volte il trattamento minimo, giocato sulla pelle di oltre il 56% di pensionati, che porterà nelle casse dello Stato 256 milioni nel solo 2019 e 2,3 miliardi in tre anni (10 miliardi in 10 anni), perché l’effetto penalizzante diventa strutturale.

Intanto per i pensionati esteri che si trasferiscono al sud, flat tax al 7% per 5 anni.

Ma cos'è la perequazione e a cosa serve?
Il meccanismo automatico di rivalutazione delle pensioni serve ad adeguare annualmente l’importo degli assegni al costo della vita per difendere il poter d’acquisto dei pensionati. Nell’ultimo decennio, però, il suo regolare funzionamento è stato più volte sospeso, con blocchi illegittimi, parziali ristori e mancate rivalutazioni, anche se nel 2018 c’è stato un piccolo aumento.

Quest’anno si doveva tornare alla normalità con il meccanismo a tre fasce progressive (100% fino a 3 volte il trattamento minimo TM, 90% da oltre 3 a 5 volte il TM, 75% da oltre 5 volte il TM) e invece il Governo è intervenuto mettendo nuovamente le mani in tasca ai pensionati (7 fasce, con percentuali che vanno dal 100% al 40%). Fino al 2021, infatti, le percentuali di rivalutazione per gli assegni sopra 3 volte il TM sono state tagliate e saranno applicate a tutto l’importo e non solo alla quota eccedente le fasce, con un danno consistente che si consoliderà e amplificherà di anno in anno. Per le pensioni fino a 2.000 euro lordi, circa 1.540 euro netti, la differenza è minima, ma già con poco di più si evidenziano perdite che si consolidano e amplificano di anno in anno.

ATTENZIONE: Poiché a gennaio l’INPS aveva già messo in pagamento gli assegni secondo il normale meccanismo, in questi mesi provvederà al ricalcolo delle percentuali e addebiterà il conguaglio negativo sugli assegni.

Per maggiori informazioni consultare il volantino allegato e per consulenza e assistenza sulla propria pensione rivolgersi allo SPI CGIL nelle sedi e nei recapiti comunali, vi aspettiamo!

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