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Barbiero: “Aumenta il gettito da dipendenti e pensionati”

Comunicati Spi - 10/04/2017

SPI CGIL, dal 2014 al 2015 i trevigiani hanno percepito un aumento di reddito di appena +1,95%
Barbiero: “Aumenta il gettito da dipendenti e pensionati”
Il segretario generale: “Se l’85% del gettito fiscale viene da dipendenti e pensionati in una provincia dove c’è una partita IVA ogni 9 abitanti, evidentemente c’è qualcosa che non va”

 

Dal 2014 al 2015 il reddito medio dei trevigiani è aumentato del 1,95% e la distribuzione della ricchezza tra le diverse tipologie di contribuenti e all’interno delle fasce di reddito è rimasta sostanzialmente invariata.

A rilevarlo è il Centro Studi dello SPI CGIL di Treviso che ha guardato dentro le tasche dei trevigiani per capire gli scostamenti avvenuti nell’ultimo anno in base alle dichiarazioni 2016 (anno d’imposta 2015). Sebbene si registri un innalzamento del reddito complessivo lordo, che passa da 12 miliardi, 401 milioni e 562.160 euro a 12 miliardi, 662 milioni e 981.011 euro, la distribuzione per tipologia rimane sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente: il 27,32% proviene dal reddito da pensione e il 58,22% da lavoro dipendente, che insieme ammontano all’85,54% del totale. I contribuenti da lavoro dipendente tra l’altro, nell’arco di un anno, sono aumentati in valore assoluto di 8.000 unità e la frequenza dei pensionati di 1.000 unità, quindi insieme contribuiscono ancora maggiormente al gettito fiscale.

Per quanto concerne le fasce di reddito, il confronto fra il 2014 e il 2015 fa emerge che diminuiscono lievemente i percettori di reddito tra i 15.000 e i 26.000 euro annui, mentre aumentano di circa un +1,7% quelli tra i 26.000 e i 55.000 annui. Rimangono invece quasi invariate le fasce di reddito che vanno dai 55.000 agli oltre 120.000 euro annui. Per questi redditi l’imposta pagata nel 2014 è stata di 2 miliardi 387 milioni e 102.008 euro, nel 2015 di 2 miliardi 468 milioni 448.046 euro, con un aumento in pratica di 81.346.038 euro. E il valore medio si alza da 4.824 a 4.947 euro. Ancora: con l’ammontare del reddito imponibile le addizionali regionale e comunale, nello stesso periodo di tempo, sono aumentate, da 143 milioni a 146 milioni la prima (+3 milioni) e da 70 a 72 milioni la seconda, ovvero da 295 a 303 euro e da 158 a 164 euro pro capite.

“I dati dimostrano che nel 2015 abbiamo avuto qualche piccolo segnale di ripresa, visto l’aumento del numero di contribuenti dipendenti – spiega Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso – dall’altro lato, aumenta anche la pensione media, perché sono entrati in pensione più 1.000 unità in un anno, persone che hanno avuto un percorso lavorativo più robusto. Sul fronte autonomo e delle partite IVA invece, sappiamo bene che c’è una forbice sparti-acque: da un lato le partite IVA che fanno fatica a sopravvivere, dall’altro chi, pur in regime di studi di settore, ha più marginalità di intervento. E rischiamo di trovarci al paradosso che chi ha un imponibile più basso viene tassato maggiormente. Resta comunque il fatto che oltre l’85% del reddito, e di conseguenza del gettito delle imposte, viene dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. La riflessione allora è ovvia: com’è possibile che le fasce di reddito più alte, quelle che generano il lavoro dipendente stesso, arrivino a pagare meno del 20% del gettito complessivo? Tenendo conto dei milioni bruciati dalle banche e che lo stesso Governo ha detto di aver ottenuto un maggior gettito fiscale, non dobbiamo avere paura di continuare nella strada del recupero fiscale. Sia chiaro, senza colpevolizzare nessuno e stando attenti alle marginalità del sistema, ma se è vero che siamo la provincia con una partita IVA ogni 9 abitanti, evidentemente qualcosa non torna. Concludendo: se l’85% del reddito complessivo arriva da quello dipendente, è chiaro che la strada da intraprendere in Italia deve guardare alla stabilizzazione del lavoro – chiude Barbiero –. Meno precari significa anche meno disuguaglianza e un maggiore gettito per lo Stato da riversare in servizi per i cittadini. La Corte dei Conti ha parlato chiaro: la pressione fiscale sugli stipendi degli italiani è 10 punti superiore alla media europea. Vanno quindi prese delle contromisure che passano anche dalla stabilizzazione del lavoro. La fedeltà fiscale alla fine è la chiave, perché il gettito permette di re-investire in servizi oppure, anche, di abbassare le tasse. Proprio in virtù dell’aumento del gettito dell’addizionale regionale, a Venezia dovrebbero iniziare a fare qualche riflessione”.

 

Treviso, 7 aprile 2017

Ufficio Stampa


Barbiero Paolino
Segretario Generale SPI CGIL TREVISO