L'analisi del Centro Studi della CGIL di Treviso sulle poste di bilancio 2007-12 relative alle spese in conto capitale dei 95 Comuni della Marca e della Provincia.
Opere pubbliche, in 5 anni più che dimezzati gli investimenti.
Paolino Barbiero: "La Marca si sta impoverendo anche a causa dell'assenza di investimenti in opere pubbliche che mettano in sicurezza e qualifichino il territorio. Solo grazie a un nuovo assetto
della governance locale gli amministratori intercetteranno le risorse sufficienti e potranno liberarsi dai vincoli del Patto di Stabilità, identificando inoltre dei bacini ideali di gestione del territorio stesso".
L'OGGETTO DELLO STUDIO - Nel periodo 20072012 il territorio della provincia di Treviso ha subito un taglio di 181.936.531 euro, pari al 58,5% di 311.027.892 euro, alle spese in conto capitale, ovvero quelle partite che fanno riferimento all'acquisto di terreni e fabbricati destinati a strutture di uso pubblico (strade, scuole, impianti sportivi, parcheggi ecc.), alla messa a norma e in sicurezza di impianti e strutture, alla sostituzione di caldaie per riscaldamento, all'acquisto di arredi ed attrezzature per uffici e di materiali e al noleggio di attrezzature per realizzazioni in economia. Ma anche agli incarichi professionali relativi a opere pubbliche come gli studi di impatto ambientale, progettazione, direzione e collaudo lavori e i contributi per qualificazione di aree protette, miglioramento strutture agrarie, interventi di forestazione e di risanamento ambientale.
L'ANALISI - Rispetto all'anno preso quale termine di confronto, il 2007, complessivamente il taglio alle spese in conto capitale di Comuni e Provincia è stato di euro 41.348.309 (-13,29%) nel 2008; nel 2009 di euro 24.207.147 (-8,98%); nel 2010 di euro 12.829.519 (-5,23%); nel 2011 di euro 89.716.919 (-38,56%) e nel 2012 di euro 13.834.637 (-9,68%). Nello specifico i Comuni della Marca hanno perso nel periodo considerato 165.313.651 euro (-62,79%) e la Provincia 16.622.880 euro (-34,83%). Tra i 95 Comuni ben 17 superano l'80% di mancati investimenti, 7 oltre il 90%. Al vertice della classifica col segno meno Pievo di Soligo col 97,03% e San Zenone degli Ezzelini col 97%. Sul versante positivo, rileva l'analisi, sono solo 14 Comuni, dei quali Crocetta del Montello e Sarmede, rispettivamente col 93,42% e 91,25%, Gorgo al Monticano col 119,42% e Portobuffolè, mosca bianca, che svetta col più 510% ma con una base di partenza, pari a 322.620 euro, nettamente inferiore alla media di investimenti del 2007, ovvero 2.771.557 euro per Comune. Media che nel 2012 si è abbassata a 1.031.413 euro. I dati dei bilanci consuntivi di Comuni e Provincia relativi all'anno 2013 non sono ancora disponibili, ma è difficilmente prevedibile un rallentamento o una inversione di tendenza, anzi secondo il Sindacato si può presumere che la situazione sarà ulteriormente peggiorata.IL COMMENTO - "Il recente dramma di Refrontolo ha suscitato angoscianti interrogativi sulle cause e sulle eventuali responsabilità per fatti del genere, domande cui una commissione di esperti nominata dal tribunale di Treviso cercherà di dare una risposta nei prossimi mesi. Una prima indicazione spiega Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso - può essere data proprio dall'impoverimento del territorio in termini di investimenti in opere pubbliche dovuto alla riduzione di risorse da parte degli Enti locali, costretti, com'è noto, a pesanti risparmi imposti dal Patto di Stabilità".
"È necessario allora continua il segretario generale dello SPI CGIL - che gli amministratori prendano coscienza di questa drammatica situazione e costituiscano, anche grazie alle fusioni dei Comuni, che intercetterebbero ingenti risorse irraggiungibili in altre modalità e permetterebbero loro di sforare le maglie del Patto di Stabilità, dei bacini ideali di governance al fine di invertire la tendenza verso l'azzeramento degli investimenti, migliorare la pianificazione e la salvaguardia del territorio e ritornare ad essere propulsori dell'economia locale, recuperando l'occupazione e l'attività produttiva venuta meno".
"Un territorio, il nostro, - aggiunge Barbiero - stravolto negli ultimi anni da coltivazioni agricole intensive e devastato da una cementificazione selvaggia, dove la possibilità di casi del tipo Molinetto della Croda e di alluvioni come quelle che si sono abbattute in Veneto e nella nostra provincia negli ultimi anni cresce sempre più, e in particolar modo proprio anche per l'assenza di interventi in termini di salvaguarda idrogeologica. Altresì conclude Barbiero - anche la situazione degli impianti e degli edifici pubblici (scuole, ospedali, impianti sportivi, ecc.) sta diventando, sempre a causa di mancate risorse e mancati investimenti, meno rispondente alle norme di sicurezza igienico-ambientale e antisismiche, costituendo così un altro grave fattore di rischio".