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COMUNICATO STAMPA SPI

Comunicati Spi - 08/09/2014

L'analisi del Centro Studi della CGIL di Treviso sulle poste di bilancio 2007-12 relative alle spese in conto capitale dei 95 Comuni della Marca e della Provincia.
Opere pubbliche, in 5 anni più che dimezzati gli investimenti
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Paolino Barbiero: "La Marca si sta impoverendo anche a causa dell'assenza di investimenti in opere pubbliche che mettano in sicurezza e qualifichino il territorio. Solo grazie a un nuovo assetto della governance locale gli amministratori intercetteranno le risorse sufficienti e potranno liberarsi dai vincoli del Patto di Stabilità, identificando inoltre dei bacini ideali di gestione del territorio stesso".

Meno 182milioni di euro di spese in conto capitale: a tanto ammonta il mancato investimento da parte della Provincia di Treviso e dei 95 Comuni della Marca in termini di opere pubbliche tra il 2007 e il 2012 e la situazione continua a peggiorare. Questo è il grave quadro che emerge dall'indagine sui bilanci degli enti condotta dal Centro Studi della CGIL di Treviso per il Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI.

L'OGGETTO DELLO STUDIO - Nel periodo 2007–2012 il territorio della provincia di Treviso ha subito un taglio di 181.936.531 euro, pari al 58,5% di 311.027.892 euro, alle spese in conto capitale, ovvero quelle partite che fanno riferimento all'acquisto di terreni e fabbricati destinati a strutture di uso pubblico (strade, scuole, impianti sportivi, parcheggi ecc.), alla messa a norma e in sicurezza di impianti e strutture, alla sostituzione di caldaie per riscaldamento, all'acquisto di arredi ed attrezzature per uffici e di materiali e al noleggio di attrezzature per realizzazioni in economia. Ma anche agli incarichi professionali relativi a opere pubbliche come gli studi di impatto ambientale, progettazione, direzione e collaudo lavori e i contributi per qualificazione di aree protette, miglioramento strutture agrarie, interventi di forestazione e di risanamento ambientale.

L'ANALISI - Rispetto all'anno preso quale termine di confronto, il 2007, complessivamente il taglio alle spese in conto capitale di Comuni e Provincia è stato di euro 41.348.309 (-13,29%) nel 2008; nel 2009 di euro 24.207.147 (-8,98%); nel 2010 di euro 12.829.519 (-5,23%); nel 2011 di euro 89.716.919 (-38,56%) e nel 2012 di euro 13.834.637 (-9,68%). Nello specifico i Comuni della Marca hanno perso nel periodo considerato 165.313.651 euro (-62,79%) e la Provincia 16.622.880 euro (-34,83%). Tra i 95 Comuni ben 17 superano l'80% di mancati investimenti, 7 oltre il 90%. Al vertice della classifica col segno meno Pievo di Soligo col 97,03% e San Zenone degli Ezzelini col 97%. Sul versante positivo, rileva l'analisi, sono solo 14 Comuni, dei quali Crocetta del Montello e Sarmede, rispettivamente col 93,42% e 91,25%, Gorgo al Monticano col 119,42% e Portobuffolè, mosca bianca, che svetta col più 510% ma con una base di partenza, pari a 322.620 euro, nettamente inferiore alla media di investimenti del 2007, ovvero 2.771.557 euro per Comune. Media che nel 2012 si è abbassata a 1.031.413 euro. I dati dei bilanci consuntivi di Comuni e Provincia relativi all'anno 2013 non sono ancora disponibili, ma è difficilmente prevedibile un rallentamento o una inversione di tendenza, anzi secondo il Sindacato si può presumere che la situazione sarà ulteriormente peggiorata.

IL COMMENTO - "Il recente dramma di Refrontolo ha suscitato angoscianti interrogativi sulle cause e sulle eventuali responsabilità per fatti del genere, domande cui una commissione di esperti nominata dal tribunale di Treviso cercherà di dare una risposta nei prossimi mesi. Una prima indicazione – spiega Paolino Barbiero, segretario generale SPI CGIL di Treviso - può essere data proprio dall'impoverimento del territorio in termini di investimenti in opere pubbliche dovuto alla riduzione di risorse da parte degli Enti locali, costretti, com'è noto, a pesanti risparmi imposti dal Patto di Stabilità".
"È necessario allora – continua il segretario generale dello SPI CGIL - che gli amministratori prendano coscienza di questa drammatica situazione e costituiscano, anche grazie alle fusioni dei Comuni, che intercetterebbero ingenti risorse irraggiungibili in altre modalità e permetterebbero loro di sforare le maglie del Patto di Stabilità, dei bacini ideali di governance al fine di invertire la tendenza verso l'azzeramento degli investimenti, migliorare la pianificazione e la salvaguardia del territorio e ritornare ad essere propulsori dell'economia locale, recuperando l'occupazione e l'attività produttiva venuta meno".

"Un territorio, il nostro, - aggiunge Barbiero - stravolto negli ultimi anni da coltivazioni agricole intensive e devastato da una cementificazione selvaggia, dove la possibilità di casi del tipo Molinetto della Croda e di alluvioni come quelle che si sono abbattute in Veneto e nella nostra provincia negli ultimi anni cresce sempre più, e in particolar modo proprio anche per l'assenza di interventi in termini di salvaguarda idrogeologica. Altresì – conclude Barbiero - anche la situazione degli impianti e degli edifici pubblici (scuole, ospedali, impianti sportivi, ecc.) sta diventando, sempre a causa di mancate risorse e mancati investimenti, meno rispondente alle norme di sicurezza igienico-ambientale e antisismiche, costituendo così un altro grave fattore di rischio".