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COMUNICATO STAMPA SPI CGIL

Comunicati Spi - 26/08/2013

SPI CGIL: "Attraverso le aggregazioni dei Municipi è possibile ridare impulso alla macchina pubblica e trovare risorse per gli investimenti sul territorio"-
Fusioni, Barbiero: "Zaia inviti i suoi ad aprire le danze".

Il Segretario generale: "Da qui nasca una vera rivoluzione di carattere federalista: svincolati dal Patto di Stabilità e con una maggiore efficienza amministrativa e di gestione i nuovi Comuni ritorneranno alla comunità autonomia e benefici".
"Se finalmente a palazzo Balbi è scoccata la chiamata all'accorpamento e alle fusioni dei Comuni veneti che anche dentro la Lega risuoni la stesso messaggio e che siano proprio i Sindaci del Carroccio a farsi promotori e artefici di questa indispensabile rivoluzione della geografia amministrativa".

Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale dello SPI CGIL di Treviso, commentando le dichiarazioni del governatore che vede una riduzione dei Municipi veneti dagli attuali 581 a 150. "Il peso politico che rivestono in particolare nelle province di Treviso, Vicenza, Verona e Padova, gli amministratori leghisti, infatti, permette loro di costituire un fronte di rinnovamento che risponda alla spinta finalmente lanciata dalla Regione, Zaia in testa. Ottimizzare i livelli di governance, locale rimodulandoli secondo le dimensioni demografiche identificate dalla Regione, darebbe – ha spiegato Barbiero - non solo modo di ridurre i costi e migliorare i servizi, ma anche di attrarre le risorse messe in campo dalla Regione stessa e a quelli erogati dallo Stato e, cosa non meno importante, la possibilità per i nuovi Enti di venire esclusi dall'applicazione delle regole del Patto di Stabilità interno per tre anni. In altre parole – sottolinea Barbiero - un'occasione da non perdere per rivedere l'intera macchina amministrativa, offrendo anche nuove opportunità occupazionali nel settore pubblico, e riattaccare la spina degli investimenti in progetti e interventi infrastrutturali, rilanciando così l'economia locale e restituendo al territorio l'energia per ripartire".

"Sebbene sia dal '92 che vige una legislazione in materia di fusione è solo la più recente normativa varata dal Governo Monti, e non da quelli "federalisti" Bossi-Berlusconi, ad aver dato nuovo impulso all'iniziativa dei Comuni non solo per accorpare servizi e funzioni ma per avviare veloci processi di aggregazione che ridiano agli Enti locali il giusto peso amministrativo e un margine di manovra finanziario per far fronte alle esigenze della cittadinanza e dell'economia del territorio. Pur assicurando alle comunità di origine adeguate forme di decentramento degli uffici e dei servizi". Precisa il segretario provinciale dello SPI.

"Per questa ragione credo che il destarsi della Regione, da troppo tempo assente da questo processo, sia un passo importante anche alla luce del fatto che è l'organo di governo che andrà a valutare l'opportunità e il merito relativamente ai progetti di fusione che verranno presentati. Ma a questo aspetto formale e istituzionale non può prescindere quello politico nel vedere Zaia spendersi con i suoi Sindaci della Lega perché siano i primi a fare il passo decisivo, rompendo anacronistici campanilismi e logiche di convenienza" – rincara Barbiero. "Chiediamo, insomma, nessun indugio ma coraggio e determinazione perché i territori veneti sperimentino quella che di fatto, grazie alla razionalizzazione delle risorse finanziarie, ad una più efficace gestione di quelle umane e strumentali, alla semplificazione delle procedure e degli iter burocratici che ne nascerebbe, ad una migliore programmazione della crescita del territorio e, ribadisco, alla possibilità di usufruire degli incentivi straordinari previsti dalla legge vigente oltre che a quella di svincolarsi dal Patto di Stabilità, potrebbe essere una vera rivoluzione di carattere federalista".

"Con questo invito e sprone, e assicurando l'appoggio del Sindacato dei Pensionati anche in seno alla contrattazione sociale che portiamo avanti insieme alla CGIL CISL e UIL con gli Enti locali – conclude Barbiero - auspichiamo che non solo Ormelle e San Polo di Piave e Villorba e Povegliano, ma che in tempi rapidi molti altri Comuni del trevigiano avviino un dialogo serrato su nuove fusioni, che coinvolgano anche il riassetto delle multiutilities, dei consorzi e delle società municipalizzate, ad oggi, in particolare quelle di piccole dimensioni, con troppo elevati costi di gestione e una scarsa capacità di erogare servizi. Così da ritrovarci entro un biennio da oggi, ovvero allo scadere della legislatura regionale, in un Veneto, e in particolare in una Marca, rifondata nel segno dell'efficienza amministrativa e capace di determinare nuovamente il suo destino in termini di sviluppo economico e civile".