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Disagi bus a chiamata a Vittorio Veneto, lo SPI CGIL lancia l'allarme

Comunicati Spi - 05/03/2025

Disagi bus a chiamata a Vittorio Veneto, lo SPI CGIL lancia l'allarme


Il sindacato dei pensionati: “Importanti criticità per gli anziani nel prenotare le corse. Rivedere subito il sistema, prima che molti rinuncino al servizio e si isolino”

 

Pensionati in difficoltà a utilizzare il servizio bus a chiamata a Vittorio Veneto e disagi nelle modalità di gestione delle corse. A lanciare l’allarme è lo SPI CGIL di Treviso, dopo aver raccolto testimonianze di decine di pensionati vittoriesi. Problemi a prenotare la corsa via telefono, difficoltà nel prenotare la tratta esatta per cui si richiede la corsa, corse prenotate senza effettivo passaggio del mezzo, mancanza di cartelli che diano indicazioni chiare e mancanza di informazioni adeguate: queste le criticità segnalate. Tanto che all’inizio della sperimentazione - partita su iniziativa di MOM per risparmiare sulle spese, per far fronte alle insufficienti risorse messe a disposizione dalla Regione del Veneto - alcuni pensionati sono finiti in lacrime in attesa di un bus mai arrivato. Su iniziativa dei referenti SPI CGIL della zona di Vittorio Veneto, ha avuto luogo qualche settimana fa un incontro molto partecipato con pensionati residenti nel territorio alla presenza dei tecnici di MOM e dell’assessore competente al fine di illustrare le modalità di funzionamento del servizio e discutere delle criticità esistenti. Incontro che ha portato MOM ad adottare alcune modifiche, ma a non risolvere le criticità. A lanciare l’allarme ed evidenziare il disagio per gli anziani, per scongiurare il loro isolamento, è Giuliano Chies responsabile di zona Vittorio Veneto per lo SPI CGIL di Treviso.

Il servizio a chiamata, denominato “MOM+”, partito in via sperimentale il 7 gennaio, riguarda la linea n.31 a Vittorio Veneto (188 fermate, in un’area complessiva di oltre 12 km quadrati, da Forcal a Scomigo, toccando Longhere, Serravalle, Anzano, Meschio, Ceneda, San Giacomo e Carpesica). È attivo dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12 e dalle 15:30 alle 20:15. In questi orari, i bus circolano solo su “chiamata” dell’utente. La corsa deve essere richiesta almeno 30 minuti prima, tramite l’app MOM oppure tramite chiamata telefonica a un numero dedicato. La scelta di istituire il servizio a chiamata è motivata dal fatto di evitare corse di bus vuoti negli orari di “morbida”, ma di farli circolare solamente quando vi è un’effettiva necessità, ovvero quando gli utenti lo richiedono.

Tuttavia, stando alle testimonianze raccolte dallo SPI CGIL, le criticità per i pensionati iniziano proprio dalla prenotazione della corsa, che in genere viene effettuata con telefonata (l’uso dell’app è molto limitato tra i pensionati). Vengono riferite difficoltà nel comunicare con l’operatore, che spesso non conosce il territorio, con conseguenti equivoci rispetto alla tratta per cui si richiede la corsa o la fermata. In alcuni casi, gli anziani si sono sentiti rispondere che non vi erano corse disponibili. In altri casi viene riferito di una prenotazione effettuata dall’utente, rimasto però poi in attesa del mezzo senza vederlo arrivare, costretto a chiedere un passaggio a un familiare, innescando, a causa del disservizio, senso di frustrazione e disagio emotivo. Il fatto di dover prenotare con almeno mezz’ora di anticipo, inoltre, risulta talvolta problematico.

“Purtroppo, nonostante la disponibilità di MOM a spiegare in maniera approfondita il sistema, gli elementi di criticità rimangono diversi e irrisolti – spiega il responsabile di zona Giuliano Chies dello SPI CGIL –, alcuni anziani si sono trovati talmente in difficoltà da rinunciare a prendere i mezzi MOM. Andare a fare la spesa o in farmacia si è rivelato un vero incubo, e qualcuno si è messo a piangere non vedendo arrivare il bus nella paura di non riuscire a tornare a casa. Questa è una sconfitta per tutti. Le conseguenze sono innanzi tutto la rinuncia a prendere il bus e quindi alla mobilità e a una parte di autonomia: rimanere a casa chiedendo a un familiare di passare in farmacia o al supermercato. Tale rinuncia, inoltre, spinge i cittadini anziani a evitare la socialità, portandoli ancor più verso la solitudine e l’isolamento, e questa è la conseguenza più negativa. Anche insieme all’Amministrazione Comunale di Vittorio Veneto, serve trovare soluzioni urgenti, una modalità di funzionamento più semplice, meno complicata, inclusiva e accessibile agli anziani. Se non vi saranno miglioramenti valuteremo quali altre azioni di protesta intraprendere al fine di tutelare la popolazione anziana e ristabilire il diritto alla mobilità pubblica – punta il dito Giuliano Chies”.

 

Ufficio stampa