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COMUNICATO STAMPA SPI

Comunicati Spi - 22/04/2014

L'analisi del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale SPI CGIL Treviso: rispetto alla vecchia Ici l'Imu 2012 è stata un salasso per i trevigiani: in media ben 408 euro pro capite in più.
Tasi, Barbiero: "1,5‰ l'aliquota standard per tutti i Comuni".
Il Segretario generale: "Le Amministrazioni facciano scelte lineari e trasparenti.
La Tasi non può essere un nuovo metodo per fare cassa, anzi, sul fronte della fiscalità locale si crei un sistema il più omogeneo possibile che rispetti i principi di equità".

Se nel 2012 i Comuni della Marca hanno incassato circa lo stesso importo della vecchia ICI applicata nel 2007, i trevigiani, rispetto a cinque anni prima hanno pagato in più allo Stato Centrale circa 400 euro pro capite, complessivamente 123.730.283 euro.
Per i 310.903 trevigiani proprietari di prima casa, e per i 292.861 possessori di altri immobili, infatti, la media IMU 2012 si è attestata sui mille euro, esattamente 1.008. Cifra che, secondo le stime del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI CGIL di Treviso racchiude sia i 189.697.378 euro di IMU trattenuta direttamente dai Comuni della Marca (610 euro pro capite) sia la quota versata allo Stato Centrale (altri 123.730.283 euro, 398 euro pro capite), per un totale complessivo pari a 313.427.662 euro. Ben 126.844.988 euro in più rispetto all'ICI 2007, ovvero un balzello del 68% che ha intaccato il salvadanaio dei contribuenti per 408 euro pro capite.

ICI 2007 - Il gettito ICI 2007, per un totale di 186.582.674 euro, è pari alla somma di 45.855.729 euro derivante dall'imposta sull'abitazione principale e di 140.726.945 euro per le altre tipologie d'immobile. Per la maggior parte dei Comuni il gettito ICI 2007, che conta l'insieme delle abitazioni principali e degli altri immobili, si è attestato a 600 euro pro capite. La fotografia consegnataci dal Centro Studi mette in evidenza notevoli differenze sul territorio provinciale. Cessalto, Cison e Portobuffolè hanno di molto superato la media, rispettivamente con 1.001 euro, 1.067 euro e 1.297 euro di gettito d'imposta comunale sugli immobili. Mentre Casale sul Sile (389 euro pro capite), Maserada (378 euro pro capite) e Zero Branco (386 euro pro capite) hanno contenuto l'imposizione.
Il capoluogo ha fatto pagare agli oltre 30mila proprietari d'immobili 21.080.242 euro per una media pro capite pari a 688 euro.

IMU 2012 - A distanza di cinque anni la situazione è totalmente cambiata. Se Portobuffolè, con ben 2.191 euro di media, resta in vetta al podio, sono i Comuni di Pieve di Soligo (1.300 euro pro capite), Treviso (1.322 euro pro capite), Castelfranco Veneto (1.358 euro pro capite), Monastier (1.543 euro pro capite) che hanno nel 2012 fatto pagare maggiormente l'imposta sugli immobili (IMU). Nella parte bassa della classifica, Arcade (649 euro pro capite), Crocetta del Montello (670 euro pro capite), Fregona (671 euro pro capite) e Sarmede ( 562 euro pro capite) hanno meno pesato sulle tasche dei proprietari.
Complessivamente nel 2012, ovvero l'anno in cui è stata applicata l'imposta anche sulla prima casa di proprietà, il prelievo medio pro capite relativamente all'abitazione principale è stato pari a 192 euro, per complessivi 59.983.463 euro sull'intero territorio. Cifra che va a sommarsi ad altri 129.713.917 euro derivanti dall'applicazione dell'imposta sulle altre tipologie d'immobile (443 euro di media pro capite).

L'ANALISI – Lo studio mette in evidenza la disomogeneità delle scelte delle Amministrazioni Comunali trevigiane: 43 Comuni hanno aumentato il prelievo derivante dall'IMU 2012 rispetto alla vecchia ICI 2007 e esattamente quanti hanno optato per la soluzione opposta, 9 invece non hanno apportato rilevanti modifiche.
I dati, infatti, confermano che complessivamente i Comuni della Marca hanno sostanzialmente incassato pari risorse dall'ICI 2007 (186.582.674 euro) e dall'IMU 2012 (189.697.378 euro), con una media pro capite che passa da 600 a 610 euro per la parte trattenuta dal Comune stesso. I proprietari però rispetto al 2007 hanno pagato 126.844.988 euro in più (408 euro pro capite) confluiti direttamente allo Stato Centrale. Nel 2007 ai Comuni sono arrivati, inoltre, trasferimenti dallo Stato Centrale per 128.145.678 euro. La quota dei trasferimenti negli anni però si è sensibilmente assottigliata passando da quest'ultimo valore relativo al 2007 ai 30.011.561 euro del 2012. Dunque i Comuni della Marca nel 2007 hanno incassato, tra ICI e trasferimenti, un totale pari a 314.728.352 euro e nel 2012, nell'insieme di IMU e trasferimenti, 219.708.940 euro. Pur gravando sul contribuente per 313.427.662 euro in più le Amministrazioni Comunali hanno registrato un mancato introito pari a 95.019.412 euro.

IMU 2013 / 2014 - Per quanto riguarda il 2013, successivamente all'esenzione dall'imposta sull'abitazione principale, i Comuni trevigiani hanno incassato unicamente l'imposta applicata alle altre tipologia di immobile.
La quota relativa alla prima casa, ovvero 59.983.462 euro, è stata coperta da ulteriori trasferimenti dallo Stato Centrale. Per il 2014 il regime Imu rimane in buona sostanza quello già collaudato: esentata l'abitazione principale della famiglia, resta in vigore per le prime case classificate di lusso, oltre che per tutti gli altri immobili. Aliquote base, per queste categorie, dello 4‰ e dello 7,6‰, che i Comuni possono aumentare o abbassare rispettivamente di due o di tre decimi di punto. È a carico del proprietario del fabbricato, che continuerà a pagarla con le consuete modalità ed eventuali detrazioni.

TASI – Con gli stessi criteri dell'Imu, la Tasi è la tassa sui servizi indivisibili che si applica a tutte le abitazioni, ovviamente anche alle principali. L'aliquota massima applicabile è dello 2,5‰.
Secondo il nuovo decreto i Comuni hanno la possibilità, non l'obbligo, di aumentare le aliquote di uno 0,8‰ rispetto ai diversi tetti stabiliti per l'Imu. Proprio per questa ragione, secondo le stime elaborate, se i Comuni della provincia di Treviso applicassero equamente su tutti gli immobili, abitazioni principali e non, lo 1,5‰, rispetto all'IMU, si otterrebbe l'omogeneità della fiscalità locale sul territorio e un extragettito che dovrà essere utilizzato per coprire le detrazioni a favore delle fasce deboli. Il Centro Studi stima che applicando lo 1,5 ‰, con un gettito TASI complessivo per l'intero territorio provinciale pari a 71.136.517 euro non solo si andrebbe a coprire i 59.983.462 euro di trasferimenti non stanziati per il 2014 ma si avrebbero risorse per possibili esenzioni e agevolazioni per i redditi più bassi. Sulla base di questa proiezione, che vede per i contribuenti un esborso medio al di sotto dell'euro per i proprietari di abitazioni principali e di 1,5 euro per i proprietari di altre tipologie di immobili, solo 15 dei 95 Comuni della Marca incasserebbero meno rispetto alla copertura necessaria. Comuni che si metterebbero alla pari alzando solo di pochi punti percentuali questa soglia.

CONCLUSIONE DI PAOLINO BARBIERO, SEGRETARIO GENERALE SPI CGIL TREVISO – "Amministrazioni e cittadini nel caos fiscalità locale, per fare chiarezza serve un'aliquota standard (1,5‰) che valga per tutti se non per la maggior parte dei Comuni del nostro territorio.
Aliquota che non gravi ulteriormente sulle tasche dei trevigiani che hanno già sopportato un appesantimento dell'imposizione nel passaggio dall'Ici all'Imu. Per questo i Comuni devono adottare scelte lineari e omogenee sia sul fronte dell'imposizione sia dell'esenzione e non utilizzare la Tasi per fare cassa. Questa odiosa tassa attraverso un sistema perverso fa entrare dalla finestra la vecchia Ici o Imu sulla prima casa e si configura, se non applicata correttamente come service tax, per certi versi anticostituzionale. Valuteremo quindi la possibilità di ricorsi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale. Questa situazione di incertezza e di caos, inoltre, si scarica sugli uffici del Sindacato, soprattutto rispetto ai tempi dei pagamenti. Alla luce dell'attuale situazione che vede la maggior parte dei Comuni della Marca non aver ancora approntando i bilanci preventivi, anche in maniera strumentale all'imminente voto amministrativo, difficilmente i cittadini potranno versare la prima rata Tasi nel mese di giugno prospettando in alternativa un salasso a dicembre gravando sulla tenuta economica delle famiglie trevigiane.

. Ufficio Stampa