L'analisi del Centro Studi del Dipartimento Contrattazione Sociale SPI CGIL Treviso rivela l'aliquota standard (1,5) alla quale le Amministrazioni venete dovrebbero allinearsi.
Barbiero: "Tasse qui con un Fisco locale omogeneo ed equo".
Il Segretario generale: "La Tasi va applicata per quello che è: una service tax. Non può essere un nuovo metodo per fare cassa o per privilegiare alcune categorie".
Su questo vigileremo e in caso procederemo con ricorsi. Le Amministrazioni dei capoluoghi veneti, attraverso scelte lineari e trasparenti, si facciano capofila nel creare un sistema fiscale il più omogeneo possibile che rispetti i principi di equità".
LO STUDIO - Il primo modello ipotizza per tutti i tipi di immobile l'applicazione Tasi dell'1,2. Già con l'1,2 quattro dei sette maggiori Comuni veneti registrerebbero rispetto all'IMU del 2012, ovvero l'ultimo anno in cui è stata applicata l'imposta anche sulla prima casa, un extragettito che va dai 3.410.849 euro di Venezia ai 5.618.278 euro di Verona.
Belluno, Padova e Rovigo, invece, rispettivamente con meno 112.851 euro, meno 4.357.984 euro e meno 1.064.150 euro non pareggerebbero l'introito derivante dall'IMU prima casa 2012.
Alzando di appena un decimo di punto, applicando così l'1,3 sulla Tasi (secondo modello), sarebbero cinque i Comuni capoluogo che, al fine di finanziare i servizi indivisibili da erogare nei corrispondenti territori di competenza, incasserebbero più risorse rispetto all'IMU prima casa 2012: Verona (7.499.033 euro), Venezia (5.544.359 euro), Vicenza (1.684.688 euro), Treviso e Belluno con cifre più modeste (559.796 e 102.164 euro). Padova e Rovigo non raggiungerebbero, anche in questo caso, l'introito del 2012 derivante dall'IMU prima casa (rispettivamente -2.011.638 e -754.854 euro).
Il terzo modello, che ipotizza l'applicazione della Tasi all'1,5 (già applicato dal Centro Studi della CGIL di Treviso sulla totalità dei Comuni della Marca), rileva che solo l'introito Tasi di Rovigo sarebbe inferiore a quello IMU 2012 (-136.261 euro). Tutti i restanti Comuni capoluogo andrebbero oltre quella soglia: Verona (11.260.543 euro), Venezia (9.811.378 euro), Vicenza (3.224.979 euro), Padova (2.681.055 euro), Treviso (1.607.457 euro) e Belluno (532.195 euro), per un balzello complessivamente pari a 28.981.347 euro.
"Per questo alle Amministrazioni, in particolare proprio ai Comuni capoluogo, lo SPI CGIL chiede di adottare scelte lineari e omogenee sia sul fronte dell'imposizione sia dell'esenzione.
Non utilizzare la Tasi per fare cassa bensì, attraverso l'applicazione di un'unica aliquota su tutti gli immobili, standardizzata all'introito necessario ai bilanci comunali, operare una calmierazione e un riordino della fiscalità locale, esentare, come indica la legge, attraverso dichiarazione ISEE, i proprietari che hanno redditi bassi (sotto i 20mila euro) e destinare trasparentemente le risorse in avanzo a ulteriori agevolazioni.
In provincia di Treviso ha concluso Barbiero - vigileremo e se questo non avverrà valuteremo di volta in volta la possibilità di ricorsi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale".
In allegato la tabella con le proiezioni.