Lo Spi Cgil di Treviso rilancia l’appello del sindacato pensionati del Veneto
Immobili confiscati alla mafia, Barbiero: “No alla vendita ai privati”
Nella Marca sono 4 gli stabili sottratti alla criminalità organizzata e che dovrebbero essere riconsegnati alla comunità per promuovere la legalità
“No alla vendita incontrollata ai privati dei beni confiscati alle mafie. C’è il rischio di un ritorno ai mafiosi dei beni loro sottratti”. È questo l'appello lanciato la scorsa settimana a Castelfranco Veneto dallo Spi Cgil regionale durante la giornata di chiusura dei campi antimafia, iniziativa che vede impegnato da anni il sindacato dei pensionati nei terreni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata in tutta Italia. Un appello rilanciato anche dallo Spi Cgil di Treviso per i 4 dei 7 immobili del territorio provinciale, ovvero per quelli non ancora assegnati.
Nella provincia di Treviso, secondo l'ultimo monitoraggio effettuato dallo Spi Cgil del Veneto e riferito al 2017, i beni confiscati sono 7, dei quali 4 devono ancora essere assegnati. Nel trevigiano è a Paese la villa della famiglia sinti Hudorovich il bene più sostanzioso, confiscato in base alla normativa antimafia. L’immobile è ritenuto il risarcimento per dieci anni di reati, molti dei quali truffe e rapine. Il capo famiglia degli Hudorovich non è la prima volta che si trova faccia a faccia con i sigilli. La Procura, infatti, aveva disposto il sequestro dei suoi beni già nel 2011, quando fece scalpore la presenza di una Ferrari tra i vari beni che gli vennero sottratti dalle Forze dell'Ordine.
Il Sindacato dei pensionati della Cgil di Treviso, da sempre impegnato nell'educazione alla legalità, esprime forti perplessità sul fatto che il decreto sicurezza ampli la possibilità di vendere ai privati i beni confiscati alle mafie. “Questa scelta rischia di vanificare l'importante azione di contrasto alle mafie introdotta già dalla legge La Torre-Rognoni del 1982, e dalla Legge 109 del 1996, perché i beni potrebbero ritornare in mano alle organizzazioni criminali - spiega Paolino Barbiero, segretario generale dello Spi Cgil di Treviso -. La vendita, qualora si renda assolutamente necessaria, deve essere accompagnata da un serio progetto di riutilizzo, attentamente valutato da parte degli organi competenti dello Stato. Gli immobili devono essere consegnati alla collettività e gestiti da Enti o Associazioni che si occupano di educazione alla legalità, tema che ci vede impegnati in prima linea sia nelle scuole sia nei terreni confiscati con i campi estivi dei ragazzi”.
Oltre alla partecipazione ai campi antimafia, in provincia di Treviso come nelle altre province venete, lo Spi Cgil durante l'anno va nelle scuole a parlare di educazione alla legalità portando giornalisti, scrittori, magistrati e mettendo in luce come anche nel Veneto parlare di antimafia sia molto attuale data la presenza sempre più massiccia della criminalità organizzata nella nostra regione.
Ufficio Stampa
Barbiero Paolino
Segretario Generale SPI CGIL TREVISO