Anche la CGIL con la delegazione trevigiana a Touba
Nicola Atalmi: “Non solo aiuti in medicinali e organizzazione, portiamo una corretta informazione sui rischi in cui incorrono i migranti senegalesi”
Dentro al progetto di cooperazione internazionale e volontariato che lega la città di Treviso alla città santa di Touba in Senegal, anche quest’anno, in occasione del grande pellegrinaggio musulmano Mourid (il secondo dopo quello de La Mecca, con oltre 7 milioni di persone da tutta l’Africa sub sahariana), la delegazione trevigiana di Touba chiama Veneto porterà aiuto e sostegno tecnico e logistico, ma anche una corretta informazione sulla condizione dei migranti.
Partita in questi giorni e presente in Senegal fino a metà novembre, guidata dalle associazioni I Care di Gianni Rasera, La Tenda di Andreina Petrosso e dall’Associazione dei Senegalesi in Italia di Modou Diop, la delegazione trevigiana, alla sua quinta missione, vedrà quest’anno la presenza della CGIL di Treviso con Nicola Atalmi. E anche il Comune di Treviso, nell’aver concesso il patrocinio alla missione, intende avviare una collaborazione sui temi della solidarietà e dello scambio culturale. Ne fanno parte medici, infermieri e ingegneri, tutti volontari che offrono assistenza organizzativa, logistica e sanitaria. Verranno consegnati i materiali raccolti durante l’anno grazie all’impegno e alla sensibilità dei trevigiani. Tra le diverse dotazioni, anche un pullman ricondizionato donato da Mom per il trasporto dei bambini (Progetto Mercurio) e un container di macchine da dialisi e medicinali. Inoltre, per offrire consulenza nella lotta al cuneo salino che minaccia il delta del fiume Casamance, alla missione parteciperanno i tecnici dell’Associazione Delta-Med (la rete dei delta delle zone umide litoranee del Mediterraneo).
“Il Sindacato, che da sempre sostiene il progetto - ha spiegato Nicola Atalmi, della segreteria provinciale CGIL di Treviso -, quest’anno aggiunge una iniziativa in più alla missione: organizzare incontri con le autorità civili e religiose del Senegal al fine di fornire informazioni e sensibilizzare relativamente ai rischi in cui i giovani, le donne e gli uomini africani incorrono nel viaggio verso l’Europa. In particolare, quello di finire vittime dei trafficanti di esseri umani che operano nella rotta dalla Libia. Inoltre, i senegalesi, come i migranti dagli altri Paesi del Nord Africa - sottolinea Nicola Atalmi -, anche quando sopravvivono all’infernale viaggio attraverso il Mediterraneo e arrivano sulle coste della nostra penisola, non ottengono lo status di rifugiati e rischiano di stanziare in Italia senza permesso di soggiorno, vivendo da clandestini in condizioni terribili e soggetti a ricatti e maltrattamenti”.
“Tragicamente, i reali rischi e i risvolti della condizione di clandestino non vengono mai riportati a chi decide di intraprendere questi viaggi - continua Atalmi - e gli stessi migranti presenti anche nel nostro territorio non parlano di queste difficoltà ai loro connazionali. Allo scopo di trasmettere tali informazioni, la CGIL di Treviso ha predisposto un video-testimonianza che svela cosa accade davvero. Il video, che racchiude interviste ai richiedenti asilo che non hanno ottenuto lo status di rifugiato, verrà consegnato alle autorità civili e religiose, perché si facciano promotrici in prima persona di una reale controinformazione - conclude Atalmi -, impedendo che i giovani africani si mettano nelle mani dei trafficanti di esseri umani, e affinché chi ora è in Veneto senza permesso accetti di prendere parte ai progetti di rientro volontario assistito”.
Treviso, 6 novembre 2017
Ufficio Stampa
Atalmi Nicola