LEGGE 194
La campagna di comunicazione della CGIL trevigiana
Aborto, diritto da tutelare
La legge 194, che nel 1978 ha introdotto in Italia la possibilità di ricorrere legalmente all’interruzione volontaria di gravidanza, ha compiuto quarant’anni. Una conquista faticosa sulla quale oggi incombe la minaccia di un pericoloso ritorno al passato, fatto di oscurantismo, clandestinità e negazione dei diritti della donna che la CGIL trevigiana sceglie di contrastare apertamente. Manifestazioni e interventi pubblici discutibili, insulti social e operazioni pubblicitarie violente, comparse anche a Treviso, si sommano alla cronica carenza di personale medico e sanitario non obiettore di coscienza.
Basta guardare i dati dell’ULSS 2 Marca Trevigiana per rendersi conto della gravità della questione: mentre gli interventi di interruzione volontaria di gravidanza sono diminuiti di 1 su 7 in due anni (passando da 971 nel 2015 a 921 nel 2016 fino a 833 nel 2017), il numero di ginecologi obiettori continua a essere molto elevato, il 77,9% sul totale nel 2017, con i casi eclatanti dell’Ospedale di Treviso e di Castelfranco dove questa percentuale è rispettivamente dell’85,7% (18 su 21) e del 90% (9 su 10).
E a questi numeri si aggiungono quelli degli anestesisti, degli infermieri e del personale ospedaliero, rendendo la situazione in provincia particolarmente critica, anche più che a livello regionale. Dopo un percorso di riflessione e confronto guidato dai Coordinamenti Donne CGIL e Donne SPI e durato diversi mesi, la CGIL di Treviso lancia una campagna di informazione e sensibilizzazione a difesa e sostegno della legge 194 nel suo significato più profondo. Per questo il Sindacato ha volutamente scelto di distaccarci dalle immagini truci che solitamente accompagnano il tema dell’aborto, mettendo al centro la donna e il suo diritto all’autodeterminazione. La Naiade scolpita da Antonio Canova e conservata al Metropolitan Museum of Art di New York veicola il messaggio di una donna consapevole di sé, del proprio corpo e della propria libertà di decidere, come sottolinea anche lo slogan: l’aborto rappresenta un diritto che lo Stato è chiamato a garantire e tutelare, ma anche e soprattutto un’insindacabile scelta personale, che non deve in alcun modo essere sottoposta a giudizio e condanna.
Presentata il 24 ottobre in conferenza stampa, la campagna prevede uscite sui quotidiani locali, alcuni manifesti di grande formato a Treviso e due camion vela itineranti, posizionati nei principali centri della provincia. Un messaggio e una campagna, dunque, che intendono rompere il silenzio e stimolare un dibattito costruttivo, per rifuggere in modo netto qualsiasi bieco e oscurantista passo indietro rispetto al diritto delle donne di compiere le proprie scelte senza essere additate e al dovere delle Stato di dare piena applicazione alle proprie leggi.