Autorizzate oltre 374mila ore di Cigo, un aumento del 26% rispetto al 2012.
Allarme CGIL: "Altri 1.000 posti di lavoro persi in due mesi".
Vendrame: "La crisi tocca oggi anche la grande impresa trevigiana. escono dal mercato del lavoro più impiegati e ultracinquantenni.
Subito il rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga e l'avvio di una nuova politica di sviluppo del territorio che guardi al futuro".
Sebbene rispetto allo stesso periodo del 2012 si sia dimezzato il numero dei lavoratori in mobilità, nei primi due mesi dell'anno nella Marca si tocca quasi quota mille posti di lavoro persi e si registra un aumento del 26% delle ore di CIGO autorizzate dall'INPS. Dal primo dell'anno complessivamente sono, infatti, 957 i lavoratori interessati alla mobilità. Con 745 nuove iscrizioni alle liste a fine gennaio, soprattutto il primo mese dell'anno è stato particolarmente duro per la realtà produttiva ed economica della Marca.
IL TREND
Se paragonati al 2012 rileva il Centro Studi della CGIL di Treviso nei primi due mesi del 2013 rallenta l'emorragia di posti di lavoro, quasi dimezzando il numero di fuoriuscite dal mercato del lavoro, che passano dalle 1.760 nel 2012 alle 957 attuali. Apparentemente sembrano essere soprattutto le piccole imprese a tirare un respiro di sollievo diminuendo il numero degli interessati alla mobilità ben del 62,7%, e calano, seppur di poco, anche i posti persi dalle aziende sopra i 15 dipendenti, per le quali si registra una flessione dell'11,43%.
IL PROFILO DEI LAVORATORI LICENZIATI
Tra i nuovi disoccupati usciti dalla grande impresa, quasi la metà, il 47,4%, svolgeva mansioni impiegatizie, i cosiddetti colletti bianchi.
Si evidenzia così un forte incremento rispetto alla media del 2012, che si aggirava intorno al 32,61%. Sempre in riferimento alle realtà aziendali più strutturate, crescono in modo preoccupante tra le fila dei lavoratori in cerca di occupazione gli ultracinquantenni, in particolare gli uomini, che rappresentano quasi un quarto delle fuoriuscite totali (il 23,9% dei 519 lavoratori interessati alla Legge 223/91 per la grande impresa).
SETTORI IN CRISI TRA DISOCCUPAZIONE E CASSA INTEGRAZIONE
Solo in questi primi due mesi del 2012, sul territorio provinciale, a superare già i cento posti di lavoro persi sono i settori: metalmeccanico (189), edile (160), tessile-abbigliamento-calzaturiero (142), commercio (132), e il comparto del legno (101). Proprio per questi settori si registra anche il maggior numero di ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate dall'INPS: in testa il metalmeccanico con 169.104 ore spalmate in 192 aziende, il legno con 99.225 ore per 120, il tessile-abbigliamento 42.021 per 25, seguono il comprato della plastica-gomma con 9.659 ore per 23 aziende e i trasporti con 7.268 ore per 21. In totale sono 470 le imprese alle quali, nei primi 59 giorni del 2013, sono state autorizzate ore di Cigo per 5.367 lavoratori.
COMMENTO ALL'ANALISI
"I dati sono preoccupanti perché dopo il 2012, l'anno horribilis per l'occupazione nella Marca, si registra una continuità disarmante nell'emorragia di posti di lavoro" ha detto Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, che interpreta così l'analisi del Centro Studi dell'Organizzazione trevigiana "su due mesi è difficile fare confronti e analisi approfondite, ma di sicuro entriamo nel quinto anno di crisi e non ci sono segnali significativi di controtendenza. Sebbene vi sia stata una leggera flessione, altri mille disoccupati, che si aggiungono agli oltre 7mila del 2012, sono la fotografia una situazione estremamente logorata del mercato del lavoro della provincia di Treviso.
E' altresì evidente che la crisi, che dal 2008 ha colpito la pmi spazzando via parte del nostro tessuto produttivo, tocca oggi anche le nostre grandi realtà, che avviano processi di ridimensionamento e di ristrutturazione aziendale. Preoccupante è che in questo drammatico quadro a farne le spese sono anche i lavoratori qualificati, impiegati e operai specializzati del tessile e della metalmeccanica, con più di cinquant'anni d'età, difficilmente riqualificabili e molte volte portatori principali del reddito familiare".