Il Sindacato di Polizia della CGIL denuncia l'insostenibile situazione di presa in carico dei profughi.
Profughi, SILP: "Questura alle strette, subito una soluzione".
Giovanna Gagliardi: "I lavoratori della Questura di Treviso chiedono che venga concordata con le istituzioni locali, Questura, Comune,
Prefettura e non ultima l'ASL una soluzione che si concili con il decoro dei profughi, ma soprattutto la protezione degli operatori, oggi a rischio, contemperando dette esigenze con la sicurezza".
"Nel 2010, nonostante le forti perplessità espresse dalle sigle sindacali, attraverso richieste di incontro e documenti tesi a sostenere e dimostrare l'inadeguatezza della struttura, e sui costi, in particolare quelli gestionali, la Questura di Treviso è stata trasferita nella sede di Piazza delle Istituzioni, una sede incapace di affrontare qualsiasi tipo di emergenza operativa tuona la segretaria del SILP CGIL di Treviso. Puntualmente, sin dal primo momento sono apparse chiare le carenze della struttura sia da un punto di vista operativo che degli spazi, percepiti immediatamente come insufficienti.
Per fare attendere le persone per il fotosegnalamento spiega Giovanna Gagliardi - viene usato un pullman vecchio dell'aeronautica, parcheggiato nel disagevole cortile della Questura (quando ci sarebbe invece bisogno di un vero piazzale per le attività di polizia).
Riceviamo i profughi, che arrivano stremati e in pessime condizioni igieniche e talvolta portatori di malattie, facendoli entrare dagli uffici delle Volanti e li conduciamo in un minuscolo ufficio, mal ricavato col cartongesso e senza finestre per il necessario ricambio d'aria, per adempiere alle pratiche di richiesta d'asilo. Successivamente, in un'unica postazione di foto segnalamento, lì a pochi metri, sempre in seno alle volanti, si procede ai rilievi. Poi per le necessità fisiologiche vengono accompagnati nel bagno normalmente aperto al pubblico, quello situato nel corridoio dove si siedono i cittadini per attendere il proprio turno all'URP della Questura, all'Ufficio Passaporti e per le denuncie".
"Tanto più alla luce delle previsione dei flussi migratori è evidente che la situazione è logisticamente insostenibile conclude la Gagliardi - bisogna trovare uno spazio esterno alla Questura dove accogliere, fotosegnalare, rifocillare e visitare queste persone, nel rispetto loro e di tutti i lavoratori coinvolti. I lavoratori della Questura di Treviso chiedono che venga concordata con le istituzioni locali, Questura, Comune, Prefettura e non ultima l'ASL una soluzione che si concili con il decoro dei profughi, ma soprattutto la protezione degli operatori, oggi a rischio, contemperando dette esigenze con la sicurezza".