INTERVENTO
Morti sul lavoro, una riflessione in tema sicurezza e pensioni
La notizia dell’ennesimo morto sul lavoro a Treviso si aggiunge a una lista troppo lunga. Ma ciò che colpisce e dovrebbe far riflettere della tragica vicenda che ha portato alla morte di Remigio Bellini, lavoratore autonomo caduto da una impalcatura mentre lavorava a Casale sul Sile, è la sua età, 63 anni. Forse troppi per stare arrampicato su di una impalcatura a prescindere dalla condizioni di sicurezza del luogo.
Nel porgere le nostre condoglianze alla famiglia, pensiamo sia utile cogliere questa triste occasione anche per una riflessione più generale sul tema della sicurezza sul lavoro in relazione all’età.
Non sappiamo se il signor Bellini, in quanto lavoratore autonomo, continuasse a lavorare per integrare una pensione insufficiente o non la avesse ancora raggiunta, ma dopo la riforma Fornero sarà sempre più la normalità avere nelle fabbriche e nei cantieri persone di questa età, e anche oltre, che dovranno ancora lavorare perché alla pensione, seppur magra, non possono proprio ancora accedere. Questo comporterà un moltiplicarsi di occasioni di infortuni, incidenti, malattie professionali: crediamo davvero che si possa lavorare in salute e in sicurezza a queste età?
Nel dibattito quotidiano sul tema delle pensioni dovremo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà: i lavori non sono tutti uguali e le aspettative crescenti di vita sono spesso un inganno statistico. La politica dovrebbe allora cominciare a discutere seriamente e in modo trasparente di come cambiare le norme perché siano i giovani a lavorare e gli anziani possano andare dignitosamente in pensione.
Treviso, 20 aprile 2016
Nicola Atalmi
Segreteria provinciale Cgil Treviso
Atalmi Nicola
Segreteria Provinciale CGIL TREVISO