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Qualità della vita, la Marca perde posti nella classifica italiana

Comunicati Segreteria - 28/01/2016

 

 La CGIL prende in esame i diversi dati che riflettono le tendenze dei trevigiani e le scelte dei governanti
Qualità della vita, la Marca perde posti nella classifica italiana
Giacomo Vendrame: “Sostenere la conoscenza, incentivare l’imprenditorialità e sviluppare il welfare per far crescere l’occupazione e il sistema economico e sociale del territorio. Questa la ricetta”

 

 

Nella classifica sulla qualità della vita, delle 110 province italiane la Marca slitta dalla posizione 23 del 2014 alla 49 del 2015. Un salto negativo che, sebbene i trevigiani siano 33esimi per tenore di vita e ancora, 21esimi per valore aggiunto prodotto con quasi 27mila euro annui pro capite, è conseguente a un peggioramento di alcuni altri indicatori come il patrimonio medio delle famiglie: 408.743 euro, il più basso in Veneto. E appena sopra il valore di riferimento regionale, l’importo medio annuo di una pensione in provincia di Treviso è di 10.130 euro, cui seguono solo Belluno e Rovigo.

Registrando 10,14 imprese ogni mille abitanti e classificando la Marca al 52esimo posto in Italia, anche lo spirito di iniziativa imprenditoriale segue il trend al ribasso, confermando l’inversione di tendenza del territorio, dove cala anche la propensione a investire. E ancora peggio va se si prende in esame il numero di giovani imprenditori tra i 18 e i 29 anni: appena 34,95, dato che piazza Treviso persino alla 107esima postazione sulle 110. Mentre con un tasso di occupazione del 64,43% si attesta al 26esimo.

La Marca trevigiana non se la cava bene neppure sotto il profilo dell’area dei servizi e del welfare, dove ricopre il 71esimo posto. Alcuni segnalatori: decisamente sotto la media nazionale l’indice di presa in carico nelle strutture per i più piccoli, gli asili nido, e quello di popolazione coperta dalla banda larga.

Sebbene il numero medio di anni di studio classifichi la provincia di Treviso al 38esimo posto, i trevigiani (con 2.418 euro per famiglia l’anno) spendono maggiormente in beni durevoli, come gli elettrodomestici, che in cultura, per la quale la provincia si attesta alla centesima posizione per numero di librerie ogni 100mila abitanti (4,28) e alla 99esima per quello di cinema (1,24). E anche la ristorazione non spicca, con 549,5 ristoranti e bar ogni 100mila trevigiani.

Con un saldo migratorio negativo, meno 0,80 per mille abitanti, un elevato indice di vecchiaia (ovvero il rapporto tra numero di over 64 e under 15) e una speranza di vita alla nascita da record (seconda in Italia) con una media di 83,45 anni, la popolazione trevigiana sta progressivamente invecchiando.

Infine, in positivo, relativamente all’ordine pubblico, la Marca ricopre un ottimo sedicesimo posto, con la sola pecca dell’elevato numero di furti in casa, ben 516,40 ogni 100mila abitanti.

 

 

IL COMMENTO

“Numeri interessanti che ci forniscono un quadro abbastanza chiaro sulle difficoltà di tornare a essere un territorio di eccellenza per quanto riguarda la qualità della vita, ma ci danno anche la direzione che bisogna prendere per garantire ai trevigiani condizioni migliori - commenta Giacomo Vendrame, segretario generale CGIL Treviso, che sottolinea -. Francamente il dato sull’imprenditoria giovanile, oggi così basso, sorprende molto. Fosse quasi che l’intraprendere, l’investire risorse economiche e intellettuali, non sia più, come in passato, nel dna del nostro tessuto sociale. Un cambio di tendenza che necessiterebbe di essere seriamente approfondito dalle rappresentanze imprenditoriali e da chi governa. Riflettendo su un cambio generazionale che stenta ad avvenire, quello che emerge con evidenza - continua il giovane segretario generale CGIL di Treviso - è la netta difficoltà di rigenerarsi della classe dirigente, forse ancora troppo legata a certi schemi, mercati, modo di fare impresa, cultura del lavoro”.

“Appare altresì evidente che si debba fare molto di più anche sul capitolo cultura e tempo libero, fattori che misurano la scarsa propensione all’investire e promuovere percorsi di valorizzazione intellettuale e stili di vita che contemplino l’importanza, anche economica, del tempo libero. Altri dati - aggiunge Giacomo Vendrame - che vanno invece a sfatare alcuni luoghi comuni, ancora difficili da superare, come quelli sul livello di sicurezza nel territorio”.

“Altri elementi sui quali è bene e indispensabile soffermarsi sono quelli sugli asili nido, così come sull’invecchiamento della popolazione. È giunto il momento che chi governa, a tutti i livelli, comprenda quanto il settore del welfare, dall’infanzia fino agli anziani, sia strategico per la qualità della vita ma anche per la crescita economica del territorio. Infatti, migliori servizi in questi ambiti significa dare risposte reali alle difficoltà di persone e famiglie e altresì garantire anche nuove condizioni di accesso al mondo del lavoro. Gli enti pubblici devono ritrovare la capacità e la volontà di investire in questi campi, anche assumendo personale - conclude Vendrame -, così come i soggetti della cooperazione sociale devono necessariamente essere parte integrante di un sistema di welfare territoriale ben governato, diventano così un’opportunità di sviluppo e crescita”.

 

Treviso, 28 gennaio 2016

 

Ufficio Stampa


Vendrame Giacomo
Segretario Generale CGIL TREVISO