INTERVENTO
Rinnovare il modo di fare contrattazione: Vendrame scrive a Sacconi
Caro Maurizio Sacconi,
la definizione del cosiddetto modello contrattuale, ovvero la base su cui costruire i rinnovi dei CCNL, i contratti nazionali di lavoro, e la piattaforma territoriale realizzata tra le Organizzazioni Sindacali e le parti datoriali in provincia di Treviso non sono per nulla in contraddizione. La proposta nazionale, in approvazione in questi giorni, ha il pregio di essere frutto di un’elaborazione unitaria insieme a Cisl e Uil, e vuole riportare in campo in modo chiaro e preciso il fondamentale ruolo del Sindacato sul fronte della contrattazione. Definire un moderno sistema di relazioni industriali, per uno sviluppo economico fondato sull’innovazione, sulla qualità del lavoro e della vita.
Il disegno è ambizioso e vuole sfidare nel merito sia le parti datoriali sia il Governo, partendo da tre punti chiave: il rilancio della politica contrattuale, la partecipazione e le regole. Vogliamo riappropriarci di un ruolo che ci compente, di uno spazio che riporta la palla nel nostro campo, riposizionando al centro la nostra iniziativa, in una fase politica e sociale di ripresa, quando sono in molti a voler invece emarginare le rappresentanze del lavoro. Il Sindacato non sta a guardare: sa che deve cambiare per rappresentare, sempre più e in modo migliore, il difficile mondo del lavoro. E lo fa usando tutta la sua energia e capacità di coinvolgimento.
L’avanzato accordo siglato nel nostro territorio, nella nostra Marca, è all’avanguardia su questo versante, sul fare contrattazione. Non si distanzia, dunque, dall’approccio che, a livello nazionale, le Organizzazioni Sindacali stanno adottando, per cambiare in meglio, per innovare, per dare tutela ai lavoratori. Rientra, invece, pienamente in questo quadro e nelle linee guida di tale proposta, alla quale l’esperienza trevigiana, per alcuni versi, ha sicuramente portato un contributo nell’ispirazione.
Certo è, che a tutti i livelli, territoriale e nazionale, gli accordi non devono rimanere lettere morte: per sviluppare i positivi effetti ai quali mirano, necessariamente e concretamente, le pari hanno il dovere di applicarli e farli rispettare. Nel trevigiano, forse complice la crisi economica, tali risultati non sono ancora stati pienamente raggiunti. Mentre il Sindacato, la CGIL, la sua parte l’ha e la sta facendo nei luoghi di lavoro, riscontriamo ancora troppa fatica da parte di Unindustria Treviso di far applicare l’accordo tra i suoi associati, di far comprendere l’importanza di tale strumento.
Attaccare i Sindacati nazionali perde allora di significato, o meglio è piuttosto ravvisabile come una mossa politicamente strumentale. Non c’è un problema di rappresentanza del mondo del lavoro, semmai di quello dell’impresa. È l’imprenditoria, infatti, che dovrebbe ricompattarsi attorno ad alcune strategie di cambiamento, tra le quali proprio nel modo di fare contrattazione.
L’accordo territoriale, che continuo e voglio definire storico, e che dovrebbe, proprio in questo momento che ci auguriamo di svolta, essere rilanciato con forza, e la proposta unitaria di CGIL, CISL e UIL si configurano come l’inizio di un percorso che deve però parimenti impegnare tutti nell’utilizzare al meglio tali fondamentali strumenti.
Giacomo Vendrame
Segretario Generale CGIL Treviso
Vendrame Giacomo
Segretario Generale CGIL TREVISO