Il segretario generale provinciale: attenersi alle nuove regole senza tentare di aggirarle.
Tariffe dei rifiuti, la Cgil: no a furberie sull'Iva.
Una partita da 85 milioni e mezzo di euro all'anno di fatturato e che interessa trecentosessantamila utenze.
Barbiero: "Giusto togliere l'imposta sul valore aggiunto alle famiglie, i consorzi non devono tentennare ma cogliere l'occasione per razionalizzare la filiera". E sui costi: "Attenzione all'applicazione della tariffazione puntuale, servono calmierazioni per le famiglie numerose e mono reddito, con i gestori servirà aprire una trattativa sul modello di quanto già realizzato con l'Ascopiave".
Attenersi alle disposizioni che prevedono l'eliminazione dell'Iva dalla tariffa, nessun aumento a compensazione della cancellazione dell'imposta sul valore aggiunto ma piuttosto razionalizzazione dell'intera filiera, dalla raccolta allo smaltimento, attenzione agli effetti dell'applicazione della cosiddetta tariffa puntuale, ovvero ai costi per il servizio calibrati sul numero di componenti della famiglia. E infine una politica di calmierazione della tariffa stessa attraverso l'adozione estesa del parametro Isee, per arrivare infine ad una trattativa, tra Cgil, Cisl e Uil e consorzi, per una riduzione dei costi a utenze gravate da condizioni di disagio: disoccupati, lavoratori in mobilità e cassaintegrati, sul modello già adottato con AscoPiave per il gas domestico.
La Cgil di Treviso punta la lente di ingrandimento sulla questione dei costi sostenuti dai trevigiani per il servizio di asporto e smaltimento dei rifiuti urbani, una partita che, ad esclusione delle utenze industriali e speciali, riguarda in provincia 359 utenze.
"E un fatturato - spiega Paolino Barbiero, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso - che vale circa 85 milioni di euro, su cui pesano gli otto milioni e mezzo di Iva al 10% pagati dalle famiglie e dalle attività economiche. Un peso che è giusto togliere, è una imposta completamente traslata e assorbita dalle utenze familiari senza possibilità di scaricarla".
"Pretendiamo - ha detto Barbiero - che non via siano tentennamenti nel rispettare la prescrizione che detta l'eliminazione dell'imposta sul valore aggiunto dalla bolletta.
Non ci deve essere spazio per furbizie: né macchinosi tentativi di aggirare le nuove né che l'adozione generalizzata della tariffa puntuale nei cinque consorzi provinciali diventi il cavallo di Troia per introdurre nuovi aumenti.
Le tariffe non possono continuare ad essere un pezzo di fiscalità sostanzialmente fuori controllo e su cui, in questa fase e con questa struttura dei Consorzi dei Comuni, le amministrazioni comunali ricavano risorse aggiuntive che compensano, ma in maniera poco trasparente, il gettito diminuito a causa della cancellazione dell'Ici, della riduzione dell'Irpef a causa della crisi e il crollo degli oneri di urbanizzazione".
La Cgil provinciale, che chiede ai Comuni di sfruttare l'eliminazione dell'Iva "come occasione per riorganizzare il servizio, senza la tentazione di conservare l'Iva al 10 come strumento di compensazione positiva di quella al 20% applicata agli acquisti di beni e servizi da parte dei consorzi" indica le priorità per un servizio di qualità, efficiente, a costi che non rappresentino un sostanziale inasprimento della pressione fiscale per i trevigiani.
"In vista degli accorpamenti profilati - ha puntualizzato Barbiero - le priorità devono essere l'uniformità della tariffa tra i diversi ambiti soprattutto in ragione dell'estensione graduale del porta a porta; affrontare in maniera pragmatica la questione della porzione di rifiuto non riciclabile, verificando le disponibilità degli attuali impianti di termovalorizzazione in Regione per ridurre verso lo zero i conferimenti nelle discariche, che sono una bomba a orologeria che mette in pericolo le falde acquifere.
Serve poi spingere per una politica di riduzione della produzione di rifiuti a monte, sostenendo soluzioni che rivoluzionino il packaging e perfezionare i meccanismi di selezione del rifiuto, dal momento che la forbice tra materiale riciclabile raccolto e quello effettivamente utilizzato nei processi di recupero è ancora troppo larga a causa delle cattive condizioni con cui il materiale stesso arriva alle lavorazioni".
"Infine - ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - chiediamo ai Comuni nei consorzi di adottare, al momento in cui entrerà in vigore la tariffa puntuale su tutto il territorio, più articolate fasce di riduzione della tariffa e di agevolazioni, tenendo presente che il nuovo sistema di calcolo dei costi incide in maniera più forte sulle famiglie monoreddito numerose, dato che si basa sul numero di compenti. Serve, anche in questo caso, l'adozione dell'Indicatore di situazione economica equivalente (Isee) come parametro di calmierazione.
E credo che il sindacato debba impegnarsi ad aprire con i consorzi una trattativa per la riduzione delle tariffe a disoccupati, cassaintegrati e licenziati in mobilità, sul modello di quanto già avvenuto, con successo, per le utenze del gas con la società AscoPiave".
Ufficio Stampa