Il 70% sono donne, che doppiamente soffrono dell'assenza di garanzia di un posto di lavoro stabile.
Precari PA, circa 450 trevigiani in attesa di stabilizzazione.
Ivan Bernini: "Per garantire i servizi al cittadino è indispensabile un atto di responsabilità di Governo e Parlamento.
Non è possibile investire sulla Sanità, sui servizi pubblici e sull'Istruzione senza migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori pubblici".
Mentre in Parlamento si discute il decreto che in Veneto
dovrebbe stabilizzare 3mila posti di lavoro, anche nella Marca i lavoratori della Pubblica Amministrazione aspettano con ansia un segnale di fiducia.
"Non è possibile, ad esempio, garantire liste d'attesa più fluide, servizi ospedalieri h24, qualità dell'assistenza se il personale non c'è o lavora senza nessuna garanzia di continuità incalza Bernini non si può puntare al miglioramento dell'offerta scolastica e formativa, sinonimo di competitività anche sul fronte lavorativo, se gli insegnanti non vengono stabilizzati o se vengono periodicamente sostituiti senza possibilità di garantire un minimo di programmazione certa e di continuità".
"Ad esempio, il progetto della Regione di effettuare visite mediche ed esami aprendo le porte dei servizi nelle ore notturne per dare risposte alle liste di attesa spiega Bernini diventa impossibile da realizzare e consolidare se non ci sono numeri adeguati di professionisti per farlo ed inseriti strutturalmente nell'organizzazione del lavoro. È per questa ragione che il Governo deve assumersi la responsabilità di approvare un decreto che migliori davvero le condizioni dei lavoratori e che non serva solo a tamponare temporaneamente in termini minimali il problema dei precari, che sta diventando cronico all'interno della Pubblica Amministrazione"."Dietro al precariato, trattato in termini generali, si celano storie drammatiche, soprattutto di molte giovani donne, il 70% del totale, che subiscono doppiamente i tagli al welfare e ai servizi sociali. Se da un lato perdono il lavoro conclude Bernini - dall'altro perdono anche le strutture, come gli asili, i consultori, le case di riposo, e le figure assistenziali di cui necessitano anche per lavorare e contribuire al mantenimento delle proprie famiglie".