Appello del Sindacato all'INPS: "Non si perda nessun lavoratore salvaguardato per mancanza d'informazione".
Esodati, CGIL: "Salvaguardati 1.185, fenomeno ben più esteso".
Paolino Barbiero: "Massima attenzione per gli esclusi dalla deroga. Si riveda la riforma allargando ulteriormente la platea dei beneficiari, anche alla luce degli accordi sindacali sottoscritti nel territorio
a tutela dei lavoratori e che mettono le aziende nella condizione di ristrutturarsi per sopravvivere alla crisi".
Nei prossimi giorni, dunque, l'INPS darà avvio al piano operativo per definire i beneficiari delle deroghe, inizialmente attraverso la verifica dei requisiti (entro il 21 settembre) con invito ai potenziali beneficiari a controllare la propria posizione assicurativa e, in caso di inesattezze, ad attivarsi per la sua sistemazione contattando direttamente l'Istituto o facendosi assistere da un patronato; e successivamente certificando il diritto a pensione con l'invio agli interessati dell'esito della verifica (entro il 30 settembre).
NOTA TECNICA: CHI SONO I LAVORATORI SALVAGUARDATI?Alle diverse categorie di lavoratori sono previste specifiche richieste per ottenere la deroga: i lavoratori in mobilità ordinaria devono perfezionare i previgenti requisiti per il pensionamento di anzianità o di vecchiaia nel periodo di fruizione dell'indennità di mobilità e ad accordo già sottoscritto aver cessato l'attività lavorativa al 4 dicembre 2011; anche i lavoratori in mobilità lunga devono aver cessato l'attività lavorativa al 4 dicembre 2011; i lavoratori posti a carico dei fondi di solidarietà di settore, sempre a quella data, devono essere titolari di una prestazione straordinaria (mentre i titolari di una prestazione straordinaria in una data successiva potranno rientrare tra i beneficiari se l'accesso alla prestazione risulta autorizzato dall'INPS ma in questo caso resteranno a carico dei fondi fino al compimento di 62 anni di età, invece per i lavoratori che non erano ancora a carico del fondo al 4 dicembre possono procedere all'autorizzazione da parte dell'INPS e alla permanenza nel fondo per ulteriori 2 anni, da 60 a 62 di età).
La platea degli autorizzati alla prosecuzione volontaria alla data del 4 dicembre viene drasticamente ridotta con l'introduzione di condizioni selettive. Infatti, gli interessati devono aver perfezionato i requisiti anagrafici e contributivi in modo da poter avere la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 6 dicembre 2013. I lavoratori dipendenti dovranno così maturare il requisito per la pensione di vecchiaia o di anzianità entro novembre 2012 e gli autonomi e quelli con contribuzione mista entro maggio 2012, avendo almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla data del 6 dicembre 2011 e non aver ripreso l'attività lavorativa successivamente all'autorizzazione alla prosecuzione volontaria. Possono ottenere la deroga i dipendenti pubblici in corso di esonero dal servizio, se l'esonero è antecedente al 4 dicembre 2011, e i lavoratori in congedo per assistere i figli con disabilità, se risultano in congedo alla data del 31 ottobre 2011. Il perfezionamento del requisito contributivo per il pensionamento di anzianità, indipendentemente dall'età anagrafica, va adempiuto entro 24 mesi dalla data di inizio del congedo.I lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro in ragione di accordi individuali o accordi collettivi entro il 31 dicembre 2011 e non hanno nessuna successiva rioccupazione in qualsiasi attività lavorativa, hanno diritto alla decorrenza della pensione entro 24 mesi dal 6 dicembre 2011. Tra i lavoratori ammessi a beneficiare della salvaguardia dei nuovi requisiti possono rientrare anche i soggetti che intendono avvalersi della deroga del 2010 che riguarda solo le finestre d'accesso per la pensione di vecchiaia e la pensione di anzianità e che riconosce ai beneficiari il diritto di accedere al pensionamento secondo il regime di decorrenza in vigore prima del 2011. I soggetti interessati alla cosiddetta "deroga dei 10.000" sono allora quei lavoratori posti in mobilità ordinaria e lunga sulla base di accordi stipulati entro il 30 aprile 2010 e i titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà (per lo più bancari) al 31 maggio 2010.
Infine, per quanto attiene ai lavoratori collocati in mobilità sia ordinaria che lunga (DL n.95/2012 "Spending Review"), i 55mila lavoratori che a livello nazionale si aggiungono ai 65mila già previsti dal decreto Fornero, il vincolo è che gli accordi relativi alla gestione delle eccedenze occupazionali mediante l'utilizzo di ammortizzatori sociali siano stati stipulati dalle imprese in sede governativa ed entro il 31 dicembre 2011 e fermo restando, per i lavoratori in mobilità ordinaria, che i requisiti di età e contribuzione siano maturati entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità. L'estensione della salvaguardia, pertanto, prescinde in questo caso dalla data di licenziamento o di inizio della mobilità (prima o dopo il 4 dicembre 2011) e parrebbe escludere i dipendenti di aziende che abbiano stipulato accordi a livello territoriale, interessati tuttavia dal decreto interministeriale sugli esodati.
COMMENTO DI PAOLINO BARBIERO"Stimare il numero degli esodati delle diverse categorie di lavoratori e soggetti ai diversi ammortizzatori sociali non è impresa facile. Il computo dell'INPS identifica le varie tipologie dei lavoratori che rientrano nella deroga di salvaguardia ha precisato il segretario generale della CGIL di Treviso - ma non riesce a quantificare quanti lavoratori ne restano esclusi. Le risorse economiche messe a disposizione dovrebbero riuscire, infatti, a coprire il numero ufficialmente stimato di 1.185 lavoratori, ovvero quelli che rientrano nelle tipologie previste. Valore questo che sottostima di molto il fenomeno in un territorio come il nostro, dove gli accordi sindacali sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali si sono sempre fatti tutelando i lavoratori e permettendo alle aziende di ristrutturarsi per sopravvivere alla crisi e offrire domani una crescita dei livelli occupazionali, e dove la riforma Fornero ha degli effetti devastanti sia sul piano individuale, sociale che sul nostro tessuto produttivo. Migliaia di lavoratori ha continuato Barbiero - che grazie agli accordi con l'impresa hanno rinunciato volontariamente al posto di lavoro usufruendo dello scivolo pensionistico si trovano oggi, imbrigliati tra le maglie di diverse leggi e provvedimenti che fissano date e impongono rigide selezioni, esclusi dalla casistica dei beneficiari e restando senza lavoro, senza reddito, senza ammortizzatori sociali e senza pensione. Ed altri tanti lavoratori che potrebbero utilizzare lo scivolo pensionistico liberando così posti di lavoro e alleggerendo i costi per le imprese non possono più farlo".
"Si riveda la riforma per allargare il bacino dei salvaguardati tenendo presente la validità e l'importanza degli accordi sottoscritti in precedenza, dando maggiore rilevanza alla contrattazione territoriale, vicina ai lavoratori e alle imprese. Allo stesso tempo ha aggiunto il segretario generale - facciamo appello all'INPS che attivi una comunicazione capillare e puntuale e metta così i soggetti interessati nella condizione di avanzare le richieste di pensionamento. I Patronati della CGIL ha concluso Barbiero -sono pronti a ricevere tutti coloro che, usciti volontariamente o in mobilità per accordi sindacali, ritengano di avere i requisiti necessari per rientrare nella deroga, sia nel fornire informazioni che seguire i lavoratori nelle pratiche".Ufficio Stampa - HoboCommunication