Gentili Rappresentanti istituzionali della Marca trevigiana,
il prossimo venerdì 18 giugno la Cgil di Treviso darà vita ad un Attivo provinciale dei delegati e dei pensionati.
L'obiettivo non è solo e tanto quello di aprire uno spazio alla riflessione e all'analisi ma piuttosto di dare voce alle storie, piccole e grandi, che danno sostanza alla realtà della crisi: sangue e carne, si potrebbe dire, cioè vita ed esperienze reali, ovvero quello che si nasconde dietro ai numeri della recessione e quindi ciò che è più importante, che rappresenta, al di là degli indicatori delle statistiche, il vero cuore della sofferenza che la nostra società sta vivendo.
E siete la prima trincea dello Stato soprattutto in questa fase di grande difficoltà economica e sociale, rappresentanti di quegli Enti Locali che sono la cartina di tornasole con cui si misurano le risposte insufficienti, anzi profondamente sbagliate, con cui la politica nazionale declina incerte manovre economiche destinate a non migliorare la situazione attuale.
La Cgil ha scelto di affrontare questa situazione con una serie di proposte e di azioni, a cominciare dallo sciopero generale proclamato per il prossimo 25 giugno e che prevede una manifestazione in Piazza dei Signori a Treviso.
Di quello sciopero, a livello territoriale, l'Attivo di venerdì è un presupposto che vuole rendere evidenti, attraverso le testimonianze e i casi "della crisi", le ragioni di una mobilitazione che vogliamo importante e di una scelta, proprio quello dell'astensione generale dal lavoro, che è grave ma che non ha alternative.
Ovviamente per molti di voi aderire a questo appello della Cgil, tanto più in occasione di uno sciopero generale, rappresenta qualche cosa di difficile e forse politicamente scorretto. Ma dal momento che le valutazioni che esprimiamo da più parti su questa manovra sono, nelle differenze, convergenti non solo su un giudizio negativo ma approdano anche alla consapevolezza che serve altro, vi proponiamo di pensare all'attivo di venerdì come ad un momento di confronto vero e serio da cui si possa partire per un cammino comune, da compiere non in nome di un posizionamento politico, ma in rappresentanza delle nostre comunità.
Se parte della battaglia che la Cgil vuole condurre sarà anche lo sciopero generale, diteci voi, e mi rivolgo soprattutto ai Sindaci scontenti e preoccupati della Lega e del centrodestra, se dal malpancismo mediatico c'è la reale possibilità di passare alla proposta politica.Paolino Barbiero, Segretario Generale Cgil