Per il segretario della Camera del lavoro di Treviso serve liberare le famiglie dalla morsa delle società finanziarie che speculano sulle crescenti difficoltà economiche.
Indebitamento dipendenti, la Cgil propone l'alternativa Tfr.
Barbiero:"Patto con le imprese per prevedere, nella contrattazione di secondo livello, un allargamento delle possibilità di utilizzo anticipato della liquidazione. Possibile anche ipotizzare un meccanismo di finanziamento costruito sugli anticipi di salario".
Nella Marca aumentano il numero dei i fallimenti e delle esecuzioni immobiliari e mobiliari.
"Realizzare, attraverso lo strumento della contrattazione di secondo livello, un patto tra impresa e lavoratori per liberare le famiglie dalle tenaglie delle finanziarie, che speculano e guadagnano sulle crescenti difficoltà economiche". E' la proposta lanciata oggi dal segretario generale della Cgil provinciale di Treviso Paolino Barbiero, intervenuto sul problema del peso crescente dell'indebitamento dei lavoratori dipendenti, soprattutto attraverso la cessione del quinto dello stipendio a fronte di prestiti al consumo.
"Alla rappresentanza di categoria degli imprenditori trevigiani va il merito di aver segnalato adeguatamente il problema, ha detto Barbiero, ora si tratta di attivare meccanismi virtuosi che consentano di offrire strumenti diversi e meno onerosi, ad esempio utilizzando il trattamento di fine rapporto". "Il Tfr, ha precisato Barbiero, è salario del lavoratore che oggi, sia che rimanga in azienda o che venga utilizzato per la previdenza complementare, può essere utilizzato anticipatamente solo per un ristrettissimo numero di casi, tra cui l'acquisto della prima casa o spese mediche straordinarie.
Ma è anche vero che alcuni accordi aziendali hanno già allargato le maglie, ad esempio comprendendo le ristrutturazioni.
Credo che l'attuale situazione economica e i gravi rischi causati dalla penetrazione del debito per consumo nei bilanci delle famiglie, rendano necessario e urgente un confronto con gli imprenditori, con i quali cominciare a considerare trattamento di fine rapporto, pur secondo regole precise e verificabili, per quello che potrebbe essere: una alternativa conveniente per almeno tamponare le crisi di liquidità dei lavoratori dipendenti, una via di fuga dal baratro dell'indebitamento soprattutto con le società finanziarie".
"Inoltre, ha proseguito il segretario generale della Camera del Lavoro trevigiana, sull'esempio di quanto già avviene in alcune realtà, e persino nella stessa Cgil, non è assurdo ipotizzare formule di finanziamento a bassissimo tasso di interesse, se non proprio a tasso zero, attraverso il meccanismo degli anticipi di stipendio, da restituire con la rateizzazione".
"Quella che dobbiamo affrontare è una congiuntura delicatissima, resa evidente da alcuni dati incontrovertibili: nei primi sei mesi dell'anno il numero di fallimenti ha raggiunto quota 92, contro i 97 di tutto il 2007; a questo si deve sommare l'impennata delle esecuzioni mobiliari e immobiliari, che nell'ultimo triennio sono passate da 2.855 (2004) a 3.676 (2007).
Senza dimenticare che, nello stesso periodo, le cause per violazione del contratto di lavoro, tra retribuzioni non percepite, Tfr, maggiorazioni e professionalità non riconosciute, sono passate da 1.400 a oltre 1.700".
Ufficio Stampa