Immagine di copertina

COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 18/03/2013

La Segreteria Generale della CGIL di Treviso interviene sul caso di Gaiarine: "Caso simbolo di un fenomeno diffusissimo e deleterio per il nostro sistema produttivo e occupazionale".
Jesse, Vendrame: "Caso simbolo, è l'ora della responsabilità".
Giacomo Vendrame: "I lavoratori vanno tutelati, sono stati strumento per fare gli interessi di una gestione irregolare e illegale, che ha perpetrato un modello insano e non concorrenziale. Sosteniamo un'azione comune, in sinergia con gli amministratori locali a tutela dei lavoratori".
"Quello della Jesse è il caso che, nel nostro territorio, deve mettere fine alla stagione dell'illegalità e dell'irregolarità nei confronti del fisco e dei rapporti di lavoro". Lo ha detto oggi Giacomo Vendrame, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso, a margine dell'incontro tenuto oggi, sabato 16 marzo alla Fattoria Sociale El Contadin di Castelfranco, per celebrare la 18° Giornata della memoria delle vittime delle mafie, promossa dall'Associazione Libera.

"I 60 milioni di euro di evasione fiscale prodotta dalla Jesse sono solo la punta dell'iceberg di un fenomeno estremamente diffuso che, parimenti all'incapacità di fare rete tra le imprese e di investire in una classe manageriale moderna e competente, è una delle conseguenze della fragilità del nostro mondo produttivo – ha precisato il segretario generale - e dunque dell'essere impreparati a far fronte alla crisi che ha investito sistema economico e occupazione dal 2008 ad oggi".
"Come Sindacato riteniamo ingiusto e inopportuno far ricadere le responsabilità che indubbiamente fanno capo all'azienda di Gaiarine sulle spalle dei lavoratori, e abbiamo già avviato un percorso per sostenerli e tutelarli" - ha sottolineato Giacomo Vendrame.

"Solo ristabilendo la legalità – ha poi concluso Vendrame – si potrà, infatti, uscire da un modello vizioso e insano, che ha perpetuato la concorrenza sleale tra aziende in regola e aziende scorrette, e che difficilmente potrebbero essere ancora competitive, verso un sistema produttivo più forte, con una classe dirigenziale che sì miri al profitto, ma "pulito" come reddito da impresa, e così al bene dell'intero complessivo della nostra economia.
Il caso Jesse suoni come una sveglia per tutti, imprenditori, fornitori, clienti, lavoratori, cittadini e stessi lavoratori: è finito il tempo della furbizia, ci porta solo a peggiorare la già difficilissima fase di crisi.
Ripristiniamo un sistema di piena legalità con la piena responsabilità di tutti, amministrazioni locali e provinciali comprese, che valorizzi le realtà virtuose e non viceversa.
Non c'è più tempo: dobbiamo tutti puntare ad un modello che abbia come valore centrale il rispetto delle regole, che veda i dipendenti come incomparabile risorsa e investimento, nel rispetto dei contratti e degli accordi aziendali, miranti a migliorare la qualità del lavoro e del welfare dei lavoratori".