Fuori dal sogno, per delle scelte politiche e industriali di rottura che guardino al territorio, all'Europa, al Lavoro.
Gentile Direttore,Concretizzare quelle parole significa realizzare un progetto che permetta di uscire dalla crisi. Una svolta netta e coraggiosa che gli italiani, i veneti in particolare, attendono da tempo sotto il profilo delle riforme istituzionali e delle politiche economiche. Proprio per questa ragione i Sindacati Confederali quest'anno scelgono il nord est per fare la celebrazione della Festa dei Lavoratori. La manifestazione nazionale si terrà infatti nella città friulana, sede dello stabilimento Electrolux, la cui vertenza è diventata simbolo per quanto riguarda il tema della politica industriale.
Un esempio vero delle drammatiche vicissitudini di quello che sta accadendo anche nella Marca trevigiana, dov'è inoltre presente un altro degli stabilimenti Electrolux, quello di Susegana. Territori limitrofi e fratelli che vivono il forte rischio di deindustrializzazione, non solo di un distretto e di un settore importante come quello del legno mobilio, ma dell'intero sistema produttivo. Qui abbiamo più di altri il bisogno di trovare una guida alla politica industriale regionale e di area vasta.
Dobbiamo affrontare senza paura del cambiamento i limiti del nostro sistema industriale e artigianale, mettere in atto una programmazione economica che parta dalle potenzialità e dalle peculiarità ancora fruttuose per avviare la trasformazione necessaria, sostenendo l'occupazione e la valorizzazione della tanta professionalità ancora presenti. Politiche industriali del lavoro che guardino al territorio e anche all'Europa. Per far questo bisogna raccogliere le istanze del mondo del lavoro e traghettare il cambiamento. La programmazione negoziata, che presume il confronto con i corpi intermedi è, infatti, fondamentale per creare il consenso sulle linee strategiche di medio e lungo periodo e tipica di una modalità di intervento di carattere europeo.
Non possiamo dimenticare che politica industriale è anche Solidarietà: mai come ora è necessaria la crescita quale elemento essenziale per aiutare chi ha bisogno, chi ha perso il lavoro, chi non riesce a trovarlo, chi non arriva a fine mese, chi non può progettare il futuro suo e della propria famiglia. Come Sindacato che lavora quotidianamente sul e per il territorio, per i lavoratori, per i trevigiani abbiamo il dovere ineluttabile di contrapporre al "si salvi chi può" l'idea forte e imprescindibile di azione collettiva, propedeutica per il rilancio di uno sviluppo sostenibile e di ampio respiro. Per fare questo c'è bisogno di scelte, scelte vere, scelte politiche.
Non possiamo attendere che le cose vadano meglio, dobbiamo intervenire perché ciò succeda ora, con il coraggio di utilizzare l'intervento pubblico in modo diverso, di rompere l'incantesimo liberista che lo vede sempre erroneo e inefficace. Progresso e cambiamento si praticano impiegando gli strumenti appropriati al momento storico.Buona Festa del Lavoro!