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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 15/07/2013

I pensionati in coda agli sportelli non sanno che è prorogata al 31 ottobre la scadenza per l'invio all'INPS della certificazione dei redditi, indispensabile per non incorrere nella sospensione delle erogazione delle prestazioni aggiuntive.
Caaf presi d'assalto, oltre 2mila pensionati in una settimana.
Paolino Barbiero
: "Nei mesi di luglio, settembre e ottobre faremo fronte a tutta la richiesta di assistenza dei trevigiani. Per questo vogliamo tranquillizzare i pensionati. Registriamo, inoltre, il loro disagio e le proteste nei confronti dell'INPS, che per stanare i disonesti mette in difficoltà tutti i pensionati, in particolare di quelli con reddito inferire ai 9.660 euro annui che rischiano di non vedersi pagata la 14^ mensilità per il mancato invio o per errori di compilazione o dell'Istituto stesso".

"In una settimana oltre 2mila pensionati si sono recati al Caaf per eseguire l'obbligatoria procedura di certificazione del proprio reddito per poter esigere così il pagamento delle prestazioni aggiuntive e integrative erogate dall'INPS".
Lo dice Paolino Barbiero, segretario generale dello SPI CGIL di Treviso, che spiega: "al blocco dell'invio dei CUD e degli ObisM e alla richiesta di dotarsi di pin e computer per gestire telematicamente le procedure, o anche solo per conoscere la propria pensione, l'INPS per confermare l'esigibilità delle prestazioni aggiuntive di cui godono chiede ai 100mila pensionati della Marca, ai quali ha spedito il cosiddetto "Bustino", di certificare il proprio reddito con le dichiarazioni (RED, ICRIC, ACCAS/PS e altri moduli). Per farlo, pena la sospensione delle prestazioni previdenziali o assistenziali, i pensionati hanno ancora tempo fino al prossimo 31 ottobre, recandosi alle sedi Caaf e dei Patronati del territorio. Ma i pensionati non lo sanno ancora e, convinti che la scadenza sia quella precedentemente fissata per il 31 luglio, stanno quotidianamente affollando gli sportelli, con relativi disagi".

"È solo di pochi giorni fa, infatti, la notizia della proroga della scadenza per presentare la dichiarazione e non perdere quei pochi ma indispensabili benefici spettanti a molti pensionati trevigiani, come gli assegni familiari, di invalidità e di accompagnamento, l'integrazione del minimo e la 14° mensilità, percepiti negli anni passati e che rischiano di essere sospesi.
Inoltre, a Treviso – continua il segretario provinciale SPI CGIL - sono circa 45mila i pensionati con reddito inferiore a 9.660 euro annui che sulla base dell'accordo del 2007 col Governo Prodi devono ricevere tra luglio e agosto la 14° mensilità, variabile dai 336 ai 504 euro a seconda dei casi. Siamo preoccupati. – aggiunge Barbiero – A causa della nuova normativa riguardante l'autocertificazione stimiamo, infatti, che il 30% della platea degli aventi diritto potrebbe trovarsi senza il pagamento delle diverse indennità aggiuntive. Questo può avvenire quando sia stata accertata la non idoneità alla prestazione ma anche nei casi in cui non sia stata inviata la dichiarazione, a causa di eventuali errori nella sua compilazione o addirittura di smarrimento da parte dell'INPS".

"Questa burocrazia, sebbene abbia il fine di identificare coloro che non hanno diritto all'erogazione di prestazioni aggiuntive, crea ulteriori disagi ai pensionati già alle prese con le nuove procedure di invio telematico imposte dall'INPS.
A rischio però ci sono i redditi di molti anziani, poco pratichi di informatica e spesso non raggiunti dalla scarsa e poco comprensibile comunicazione dell'INPS, che di fatto scarica così sul Sindacato, che offre gratuitamente sostegno e assistenza ai pensionati nella compilazione e nell'invio telematico della certificazione, tutto l'impegno e il lavoro. Nelle nostre sedi – conclude Barbiero - accogliamo giorno dopo giorno svariate istanze di protesta nei confronti dell'INPS, poco attenta e sensibile al disagio causato agli anziani. Mentre cerchiamo col massimo sforzo di far fronte anche al bisogno di assistenza fiscale e previdenziale dei pensionati trevigiani, come Sindacato, sia a livello nazionale che locale, invitiamo l'INPS ad adottare strumenti e modalità organizzative semplificate e a lavorare in rete con gli altri organi di controllo. Così da non vessare gli onesti pensionati ma colpire coloro che frodano l'Istituto per milioni di euro con false dichiarazioni".