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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 27/07/2011

CONTROTENDENZA, COMMISSIONE LAVORO: più licenziati dalle grandi imprese che nelle P.M.I. - Piccole medie industrie.
Cgil Treviso: mercato del lavoro, altri 407 espulsi.
Barbiero: "Nella Marca continua la recessione. I posti di lavoro persi vengono sostituiti da forme contrattuali instabili e prive di protezioni sociali. Indispensabile ragionare sulle sorti future del mercato del lavoro"

"Nulla di nuovo, ma al di là dei numeri, che tracciano la drammaticità della situazione della nostra provincia confermando per il secondo anno di fila il record negativo del saldo occupazionale, bisogna ragionare sulla qualità dei nuovi rapporti di lavoro, sempre più precari e privi di forme di protezione sociale". Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, commentando i dati trasmessi da Veneto Lavoro che vedono la Marca fanalino di coda per quanto riguarda l'occupazione con un meno 1.267 lavoratori rispetto allo scorso anno.

"Treviso con il suo tessuto diffuso di micro-produzione è sicuramente l'area del Veneto maggiormente colpita dalla crisi – ha spiegato il vertice di via Dandolo – la moria delle pmi e le procedure concorsuali avviate anche nelle grandi realtà industriali della Marca hanno nel 2010 anno bruciato 7.259 posti di lavoro e anche quest'anno le cose non vanno meglio.
L'ultima Commissione Lavoro della Cgil di Treviso, riunita la scorsa settimana, riferisce di un ulteriore adeguamento in negativo sul fronte occupazionale: altri 407 posti di lavoro persi in provincia di Treviso solo nell'ultimo mese di giugno che vanno a sommarsi alle 3.937 espulsioni rilevate da inizio anno, raggiungendo così quota 4.344.

A ingrossare maggiormente le fila dei licenziati – ha aggiunto Paolino Barbiero - sono le grandi imprese che con un saldo negativo di 214 superano per la prima volta il numero degli espulsi dalle pmi. Queste ultime, caratterizzate dall'assenza di veri ammortizzatori sociali per chi perde il posto, chiudono il primo semestre del 2011 con 2.624 iscritti alle liste di mobilità, 193 in più dell'ultimo dato rilevato dal centro studi della Camera del Lavoro di Treviso".

"I motivi di preoccupazione rimangono tutti anzi si aggravano - ha continato Barbiero - come da noi previsto la crisi, che ha raggiunto il mercato del lavoro nel 2009, dall'anno scorso ha cominciato a incidere in maniera rilevante sulla stabilità occupazionale, soprattutto per effetto di una forte selezione sulle imprese, esposte a crisi di mercato, flessione dei fatturati e a importanti esposizioni finanziarie in un quadro di crescente indisponibilità degli istituti bancari a reggere l'indebitamente strutturale.

La fisionomia del mercato del lavoro sta così mutando rapidamente con un esponenziale aumento non solo dei disoccupati ma soprattutto di precari e di rapporti contrattuali atipici e instabili. Rapporti, inoltre, che seppur nuovi non portano in dote la protezioni sociali acquisite nella passata vita lavorativa di coloro che riescono a riqualificarsi e a trovare occupazione. Si moltiplicano, dunque, i contratti a prestazione occasionale, a progetto, a tempo determinato e cresce il popolo delle partite iva, in particolare quelle monomandatarie".

"Questa situazione – ha concluso Barbiero - ci costringe a interrogarci sulle vie d'uscita della crisi e su quello che ad oggi è stato fatto e verrà messo in campo per marginare le difficoltà di lavoratori e imprese. Dobbiamo impegnarci, tutti, nel costruire un mercato del lavoro più stabile, dove la flessibilità non sia sinonimo di precarietà, capace di reggere alle congiunture economiche più difficili. E questo lo si può fare solo grazie a contratti solidi che tutelino il lavoratore e gli forniscano quelle protezioni sociali necessarie per non erodere reddito e consumi".

Ufficio Stampa - HoboCommunication