VERSO LA MANIFESTAZIONE DEL 12 DICEMBRE IN PIAZZA DEI SIGNORI A TREVISO
Dove stiamo andando? Il Sindacato cerca la risposta, la Politica prenda le decisioni.
La politica deve occuparsi delle condizioni reali del Paese e delle persone e mettere in campo politiche che
raggiungono l'obiettivo di migliorare la situazione esistente. Oltre le parole, i fatti, oltre le proclamazioni, la
programmazione e la progettualità.
Quello che tocchiamo con mano oggi sono numeri, drammatici quanto le condizioni dei lavoratori. In Veneto
continuiamo a registrare la flessione degli investimenti nei primi sei mesi dell'anno (-1,5%) con proiezioni
che confermano tale andamento per tutto il 2015, così come rimangono fermi i consumi. Il Pil regionale è al
+0,2%, praticamente fermo. Analizzando poi il dato dei fallimenti e concordati (+7,4%, rispetto al trimestre
precedente) e il numero di imprese attive (-0,8%, rispetto al trimestre precedente), si conferma che lo
scenario è tutt'altro che positivo.
Anche le dinamiche del mercato del lavoro rimangono a dir poco grigie: c'è una qualche crescita delle
assunzioni ma su base annua il numero di dipendenti è in diminuzione, continuano a crescere i licenziamenti
collettivi e si riducono le trasformazioni dei contratti a termini in contratti indeterminati. Risultato: il saldo
occupazionale, ovvero la differenza di occupati, rimane negativo.
Per la nostra provincia è pari a 2.600 posti di lavoro in meno rispetto a ottobre 2013, il lavoro non c'è. Infatti,
solo nell'ultimo mese nella Marca si sono persi attraverso licenziamenti collettivi 526 posti di lavoro, dato al
di sopra della media annua provinciale di 300 posti persi al mese da inizio crisi.
I settori più colpiti sono il
legno-mobilio (in particolare nell'Opitergino-mottense e nel Quartier del Piave), la metalmeccanica,
l'edilizia e il tessile.
Se a questi numeri ci aggiungiamo quello di 2,2milioni di ore di cassa integrazione
ordinaria fino a ottobre, con 748 imprese coinvolte e quasi 10mila lavoratori, il quadro è completo. Da questi
"fatti" e dalle risposte che non arrivano muove la nostra proposta e mobilitazione che come sindacato
portiamo avanti. Quando usiamo parole come politica industriale o programmazione economica, stiamo
pensando alle soluzioni.
La necessità di avere un cambio di passo in cui si capisce che il problema vero è
creare occupazione, che significa investire nel lavoro. Le domande vere alle quali solo pochi stanno cercando
di dare risposta: che fine farà il settore del legno mobilio nella Marca? Che evoluzione può avere il distretto
dello sport system di Montebelluna? Che opportunità può ancora cogliere il metalmeccanico in termine di
esportazioni? Che futuro ha l'elettrodomestico bianco a Susegana? E soprattutto: cosa facciamo per fermare
l'emorragia di posti di lavoro e per crearne nuovi?
Le imprese da sole oggi non sono in grado di orientare le loro scelte.
È importate allora che sia il pubblico a
intervenire con una chiara politica industriale di prospettiva. Stato e Regione devono decide e costruire
coerenti interventi normativi, fiscali ed economici per ridare slancio. Anche la legge di stabilità, invece, pare
un'altra occasione persa che fa pagare ai lavoratori l'inefficienza del sistema.
Anche per questo, insieme alla Uil, la Cgil torna in piazza il 12 dicembre a Treviso. Attraverso le proposte
del Sindacato si vuole discutere nel merito dei problemi e far sentire la voce dei lavoratori, dei giovani e dei
pensionati, del nostro territorio. Serve la Politica, servono politici che diano risposte vere.
Giacomo Vendrame,
CGIL Treviso
Il link al video-intervento: