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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 07/08/2013

SPI CGIL: Stangata rivalutazione per 57mila trevigiani. Dai 26 ai 50 euro mensili in meno nel 2012 e dai 30 ai 60 nel 2013.
Pensioni, in due anni persi 60milioni e mezzo.
Il Segretario generale: "I pensionati trevigiani, strangolati dalla fiscalità locale, dalla compartecipazione alla spesa sanitaria e dall'aumento generale del costo della vita sono sempre più poveri. Chiediamo al Governo di sbloccare la rivalutazione delle pensioni e ai nostri amministratori locali, attraverso aggregazioni e fusioni, di reperire le risorse necessarie ai servizi e al sociale".

Conseguentemente al blocco della rivalutazione delle pensioni ammonta a circa 60 milioni e mezzo di euro la perdita complessiva di reddito dei pensionati trevigiani per gli anni 2012-2013. Questo il dato elaborato dal Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI per l'Ufficio Studi della CGIL provinciale.

Oltre ad aver innalzato l'ingresso al pensionamento a 67 anni d'età o almeno 43 anni di contribuzione, la più altra soglia di pensionamento in Europa fino al 2.020, la riforma Fornero è anche nota per aver bloccato la rivalutazione delle pensioni superiori ai 1.440 euro lordi mensili per gli anni 2012 e 2013. Per i 223mila pensionati, tra i quali 116mila sono le donne, il depauperamento tocca in provincia di Treviso 57mila pensioni tra 1.440 e 3mila euro lordi mensili. Mentre le pensioni d'oro, ovvero quelle otre i 5mila euro, sono nella Marca il 2% del totale degli assegni erogati dagli Istituti previdenziali, 156.800 sono, invece, quelle inferiori ai 1.440 euro, rivalutate di 2,7 punti nel 2012 e di 3,1 nell'anno in corso.

Dei 57mila assegni non rivalutati il Dipartimento ha stimato una perdita monetaria per la fascia di reddito più bassa di 26 euro mensili netti nel 2012 e di 30 euro mensili netti nel 2013, e per la fascia di reddito più alta di 55 euro/mese nello scorso anno e di 60 euro/mese nel 2013. Complessivamente col blocco della rivalutazione sono 30.144.000 gli euro mancati nelle tasche dei pensionati trevigiani nel 2012, ai quali si aggiungono altri 30.330.000 euro col finire dell'anno in corso, per un totale di 60.474.000 euro persi per sempre.

"Se a questa stangata che ha colpito i pensionati si aggiunge anche l'innalzamento della pressione fiscale non è difficile comprendere come si sia compresso in questi ultimi anni il potere d'acquisto e sia regredita la qualità della vita della popolazione anziana, innalzando drammaticamente il tasso di povertà di un'intera generazione di cittadini che fino all'ultimo giorno di una vita di lavoro hanno versato regolarmente i contributi previdenziali. Lavoratori, oggi pensionati – ha sottolineato il segretario generale dello SPI CGIL di Treviso - che ora si vedono, invece, privati delle necessarie risorse per invecchiare serenamente quando addirittura per sopravvivere. Anche per ragioni culturali ancora molti, infatti, sono i casi di coppie di anziani che vivono con una pensione sola, bassa sebbene oltre la soglia di rivalutazione. E che oggi si trovano strangolati tra un fisco sempre meno equo, una sanità che chiede maggiore compartecipazione alle spese mediche e assistenziali e l'impennata del costo della vita".

"Per queste ragioni – ha concluso Barbiero – chiediamo al Governo interventi urgenti per reperire i 2miliardi di euro necessari a coprire le rivalutazioni pensionistiche e alla Regione e ai nostri amministratori di agire sulla fiscalità locale nel segno dell'equità e della tutela delle fasce più deboli della società, omologando i regimi fiscali tra i diversi Comuni e, per effetto di una coraggiosa e moderna riforma della governance territoriale, trovare le risorse necessarie alle politiche sociali rivolte agli anziani".