DIFFUSI OGGI I DATI DELLA RILEVAZIONE QUADRIMESTRALE dell'Ufficio Studi sul mercato del lavoro.
Licenziamenti a quota 2.851, altri 4 mila rischiano nei prossimi mesi.
Pessimi i numeri dei primi 4 mesi dell'anno.
Più di un terzo di chi ha perso il posto è un impiegato.
Timori di peggioramento del saldo occupazionale per effetto di cigs, casse in deroga e sospensioni in atto.
Barbiero: "Una fotografia che spiega bene le ragioni dello sciopero"
Salgono a 2.851 i posti di lavoro perduti in provincia di Treviso dall'inizio dell'anno. E altri 4 mila sono a rischio nei prossimi mesi per effetto della scadenza delle procedure di cassa integrazione straordinaria e in deroga. Questo il dato diffuso oggi dall'Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Trevigiano, aggiornato al termine del primo quadrimestre del 2011.
"In questi numeri - ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - c'è tutta la drammaticità di una crisi che non accenna a frenare. Continua infatti l'emorragia di posti di lavoro, segnale di un tessuto economico fragile; ci sono piccoli rimbalzi positivi nei dati sull'andamento di questa prima parte dell'anno, ad esempio sull'export, ma si tratta di numeri ininfluenti rispetto all'andamento con cui avremo a che fare per quanto riguarda il mercato del lavoro".
LICENZIAMENTI - 2.851 i lavoratori che hanno perduto il posto tra gennaio e aprile. Di questi 1.764 sono privi di ammortizzatori sociali in quanto espulsi dal sistema delle pmi e dell'artigianato, mentre 1.087 sono le mobilità nelle grandi e medie aziende. Si alza ad oltre un terzo la percentuale sul totale degli impiegati licenziati, che sono il 34,41% nelle piccole imprese e il 33.95% in quelle medie e grandi. Le donne, tra i licenziati senza coperture di welfare, sono il 38,61%, mentre tra chi è uscito dalle grandi o medie imprese la quota rosa di licenziamenti si attesta al 33,03%.
CASSA INTEGRAZIONE - Il quadro sulla tenuta del sistema occupazionale in provincia di Treviso peggiora ulteriormente guardando alle procedure di cassa integrazione straordinaria. Dall'inizio dell'anno ad oggi hanno riguardato 62 aziende, per un totale di 1.399 addetti su un bacino di 2.313 dipendenti. Ad oggi le cigs in provincia di Treviso sono complessivamente 167 e interessano 3.900 lavoratori. A questi numeri manca un dato definitivo relativo all'ammontare di occupati alle prese con la cassa integrazione ordinaria, le sospensioni e la cassa in deroga nell'artigianato. Ma una stima per difetto dell'Ufficio Studi della Cgil provinciale indica in 7 mila gli interessati. Sommando le Cigs, le sospensioni e la Cassa in Deroga la Cgil di Treviso valuta in oltre 4 mila i lavoratori che, nei prossimi mesi, potrebbero perdere definitivamente il posto. "Senza contare - precisa il segretario generale della Cgil provinciale trevigiana - che 5 mila dei 7 mila di cui sopra, ovvero i lavoratori in cassa integrazione in deroga, non ricevono l'assegno a causa del blocco delle attivazioni recentemente adottato e oggi vivono con reddito zero".
Nel gruppo delle 167 aziende in cassa integrazione straordinaria, le punte più alte si registrano nel legno arredo (50), nel metalmeccanico (45) e nel tessile abbigliamento (27). Record, per numero di lavoratori, nel legno arredo, con 1.504 addetti interessati, mentre sono 851 i metalmeccanici, 598 i lavoratori del tessile abbigliamento e 477, ma su un totale di sole 19 imprese, quelli del settore dell'edilizia e dei laterizi.
"Mi sembra - ha concluso Paolino Barbiero - che questa fotografia spieghi bene le ragioni dello sciopero generale in provincia di Treviso. Cosa fa il governo per lo sviluppo, per l'occupazione, come ci si muove sul fronte delle tutele del welfare? Non c'è nulla, solo una corsa alla contrazione dei diritti dei lavoratori e una politica di rigore ciclica, che deprime ogni speranza di rilancio e che a colpi di tagli punisce soprattutto le fasce di popolazione più indifese".