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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 31/01/2012

Domani anche la Cgil al Consiglio straordinario.
Barbiero: "Dibattiamo di contenuti".
ABOLIZIONE delle Province, sia occasione di riforme vere e utili.

"Serve azione di riformismo istituzionale oltre il mero taglio delle spese che guardi al potenziamento dei servizi erogati e alla semplificazione dell'affollata governance locale".

Le vere riforme passano soprattutto attraverso la razionalizzazione del sistema istituzionale.
Via le Province? Si può fare, se questo non significa depotenziare l'erogazione di alcuni servizi fondamentali ma renderli più efficienti, come quelli per l'occupazione, se c'è un piano serio di recupero delle professionalità dei dipendenti e la loro riqualificazione. E se questa è l'occasione per un ridisegno complessivo di riordino del sistema istituzionale locale". Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, che domani parteciperà, invitato, al Consiglio provinciale straordinario in cui si discuterà della cancellazione delle Province prevista dal Governo e di una mozione per il loro mantenimento.

La politica deve tornare a farsi strumento - ha detto Barbiero - deve servire.
E' su questo punto che va fatta l'analisi, riteniamo politicamente sbagliato il dibattito "sì o no" e in quanto tale è poco interessante e poco utile. Se l'operazione complessiva è quella di dare razionalità al sistema istituzionale, individuando gli sprechi ed eliminandoli cominciando dalla Provincia, ci stiamo, a patto che la qualità dei servizi e dei benefici ai cittadini non solo rimangano invariati, ma possano aumentare anche con la necessaria crescita dei livelli occupazionali. La giungla istituzionale non è efficiente ma neppure il taglio indiscriminato, senza un ridisegno razionale, porta da nessuna parte.

Se trasformiamo le Province in enti di seconda grado - ha proseguito il segretario generale della Cgil provinciale - o abbiamo un carrozzone vuoto o lo riempiamo di contenuti.
Per fare questo non serve un organo elettivo, con tutti i costi che questo comporta, basta adottare un sistema per cui la Provincia sia un ente di coordinamento territoriale a servizio delle comunità locali attraverso i Comuni, disboscando la giungla di enti, comunità, bacini e consorzi che oggi affollano il territorio e che nella Marca fanno sì che su ogni Comune insistano in media una quindicina di soggetti diversi, tra chi si occupa di acqua, sviluppo locale, rifiuti, servizi esternalizzati, enti di Piano, attività culturali e centri territoriali permanenti, con record anche di 30 soggetti per Comune".

Meno consorzi, patti e ambiti e più servizi efficienti - ha puntualizzato Barbiero - mi pare uno slogan efficace per riassumere la nostra posizione. Una strategia che non solo permetterebbe un governo locale più omogeneo tra i vari Comuni e un processo democratico più trasparente, ma anche una diminuzione di tutto quel carico fiscale occulto che grava sulle tasche dei cittadini, basti pensare all'intero sistema tariffario. Questo si farà se la Provincia, da ennesimo carrozzone di classi politiche spendaccione, si trasformi in strumento operativo, nell'ambito peraltro di un accorpamento dei Comuni che oramai è diventata una scelta necessariamente obbligata non solo dalla riduzione delle risorse a disposizione, ma anche dal buon senso".

Non stiamo né con la conservazione della politica né con la furia iconoclastica che banalizza, semplificando operazioni complesse di ridisegno istituzionale all'insegna del taglio indiscriminato della spesa pubblica - ha concluso Barbiero - vogliamo parlare di contenuti, idee e progetti. A partire dalla valorizzazione, non solo dal recupero, delle professionalità dei lavoratori della Provincia".

Ufficio Stampa HoboCommunication