Le parole hanno un peso, e la difesa del presidente Muraro rispetto alle polemiche suscitate dal suo uso disinvolto della lingua italiana, sono poco convincenti e appaiono una retromarcia arrivata fuori tempo massimo.
Dire che i meridionali sono sanguisughe e poi difendersi chiamando le critiche "banalizzazioni" fa apparire Muraro un presidente un po' sprovveduto, poco consapevole del fatto che la sua carica istituzionale gli dovrebbe suggerire accortezza che non è solo una questione di delicatezza ma di contenuto e rispetto delle persone.
Dal momento che il Governo di cui il partito di Muraro, la Lega, è molto più che semplice azionista, ha intrapreso una convinta, per quanto controversa, battaglia di riforme, dai tornelli di Brunetta al maestro unico per dirne qualcuna, cosa impedisce allo stesso esecutivo di esercitarsi anche nel taglio delle situazioni che a dire di Muraro sono parassitarie?
Il fatto è che la politica mostra oggi uno scarto impressionante fra quello che dichiara e quello che si può davvero fare con trasparenza ed etica. Perdendosi, come fa il presidente della Provincia, nel programma degli annunci, si finisce soprattutto con il creare divisioni sociali e fratture culturali, abdicando alla funzione di governare cioè fare il bene comune in favore di una rincorsa continua, ma fallimentare, al rafforzamento di un consenso elettorale deleterio, perché alla forza ottenuta con il voto non corrisponde poi l'attuazione concreta di iniziative politiche di contrasto alla crisi economica e di sostegno allo sviluppo.
Con una crisi che nella Marca non ha ancora dispiegato tutta la sua negatività, Muraro può ben accontentarsi di sparate demagogiche e istituzionalmente sgrammaticate. L'altra strada, indubbiamente più complicata e meno remunerativa dal punto di vista del consenso a pronta cassa, sarebbe quella di mettere al lavoro le intelligenze e l'impegno dei soggetti di rappresentanza economica e sociale, con cui affrontare, senza fughe in avanti e senza creare fratture ideologiche, i nodi che dobbiamo sciogliere. C'è ancora tempo,anche se poco, per fare le scelte giuste. Di questo dovrebbe occuparsi il Governo, Lega compresa.
Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso