Vendrame (Cgil) risponde a Lorenzon (Cisl
Fa sorridere l'analisi sul mondo sindacale elaborata dal segretario della Cisl di Treviso, con focus sul dualismo tra Fiom e Cgil nazionale.Sull'operazione targata Landini molto si può dire, il dibattito interno, infatti, è palpabilissimo, c'è fervore e c'è la Cgil che già ha chiarito le proprie intenzioni. Ma credo che restando all'interno delle confederalità di una grande e plurale organizzazione, quale la CGIL, la questione rientri in un contesto di forte necessità di cambiamento del Sindacato e che dimostri, in realtà, come il mio sindacato si interoggi e si spinga a un'analisi più profonda degli scenari attuali, per arrivare a una visione e azione unitaria da mettere in campo.
La questione vera è la confederalità, parola difficile da spiegare a chi non conosce il sindacato. Dalla confederalità, nel dibattito internamente aperto da tempo, si deve fare sintesi e dare risposta vera al frammentato mondo del lavoro, in CGIL così come in CISL. Dunque, l'affermare che sia la Fiom a dettare l'agenda di tutta la CGIL mi pare più che altro un gioco retorico. Non mi pare tra l'altro che la Cisl sia sempre in grado di dettare con fermezza l'agenda delle sue categorie, e non solo a Roma.Se è certo che il compito del Sindacato è quello di contrattare le condizioni di lavoro, di promuovere la massima occupazione, di difendere la dignità dei lavoratori tutti, occupati, precari e disoccupati, di assicurare il massimo delle tutele è altresì vero che, partendo da una visione del proprio agire che nasce da una idea di lavoro e di sviluppo, abbia per definizione una soggettività politica e si muova in forza di questa dialogando con tutti. Tutti, compresa quella politica che troppo spesso non ascolta, ma che determina le condizioni di vita e di lavoro di chi rappresentiamo, lavoratori e pensionati. Per questo il Sindacato si mobilità, a volte anche scendendo in piazza e scioperando, per rivendicare un cambiamento, così per come per difendere i diritti dei lavoratori all'interno di una fabbrica.
Ma per rappresentare tutti i lavoratori dobbiamo imparare a utilizzare i loro tanti linguaggi, a rappresentarli collettivamente, ed è compito assai difficile, come loro individualmente si rappresentano al mondo.