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COMUNICATO STAMPA FP

Comunicati Segreteria - 14/04/2015

FP CGIL di Treviso: "Non solo la riduzione del numero di ULSS i cittadini devono decidere su programmi".
Sanità, candidati impreparati. Bernini: "Al centro le persone".
Il segretario generale FP CGIL: "Lo scontro tra le parti politiche non fa emergere una strategia di governo della Sanità veneta dei prossimi anni ma solo una disarmante impreparazione".

"Nessun vento è favorevole al marinaio che non sa a quale porto vuol approdare". Cita Seneca il segretario generale della Funzione Pubblica CGIL di Treviso, Ivan Bernini, commentando lo scontro politico che si sta consumando sulle pagine dei quotidiani di questi giorni tra il presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi, e l'uscente governatore del Veneto, Luca Zaia. "Nel dibattito non è centrale quale visione strategica, quali scelte e interventi necessari per mantenere l'eccellenza di un sistema che rischia di essere depauperato, cosa sia sul serio utile per dare un senso a principi che rischiano di rimanere solo sulla carta come la centralità della persona".

"Non è solo fondamentale sapere se le attuali 21 ULSS verranno ridotte, i cittadini hanno il diritto di decidere, in gioco la loro pelle, quale visione porta con sé chi si candida a governare. E non è incoraggiante prendere atto oggi, che sia chi ha governato e sia chi si propone, chiami le nostre Aziende ASL e non ULSS – puntualizza il segretario FP CGIL - vuol dire che tanto gli uni quanto gli altri parlano di modello Veneto ma, nei fatti, non lo conoscono. Dietro la terminologia, infatti, vi sono i contenuti, le scelte di gestione, il modello per l'appunto".

"Il nostro è un sistema sanitario all'eccellenza, per pudore togliamo il termine sociale – ironizza Ivan Bernini - per onestà andrebbe detto anche che se è tale il merito va dato a chi lo ha fortemente voluto, ha lavorato per farlo diventare eccellenza e ha creduto nel sistema pubblico dei servizi. Un impegno che non è frutto dell'ultima generazione di politici nostrani.
Ma di rendita non si vive – aggiunge Bernini – e lo sanno bene i cittadini veneti e trevigiani, quelli che nei documenti programmatori sarebbero definiti "centrali", che vivono quotidianamente e con preoccupazione le mancanze e le inefficienze che stanno emergendo. E che troppo spesso si rassegnano ad accorrere nei Pronto Soccorso perché è una delle poche risposte che hanno, che se hanno qualcosa da parte si affidano alla famiglia e alle badanti, che si pagano di tasca propria la riabilitazione. Lo sanno gli addetti ai lavori che finalmente avevano visto la produzione del Piano Socio Sanitario dopo 16 anni di vuoto e che oggi paiono rassegnati di fronte al nulla. In altre parole – sottolinea Bernini - le persone sono "al centro" in tempi di campagna elettorale ma poi spesso ritornano marginali nelle scelte".