La Corte Costituzionale, nel bocciare il decreto "elimina Province", ha sancito un principio che in altri tempi sarebbe apparso ovvio:
la Costituzione non si modifica a colpi di decreto.
Per quanto ci riguarda siamo dell'opinione che la sentenza, oltre che ribadire un principio fondamentale, evidenzia, in ogni caso,
come il decreto del Governo Monti aveva l'obiettivo di spostare l'attenzione dell'opinione pubblica su quell'intervento, facile se consideriamo
lo scarso appeal che l'Ente
ha nei confronti del cittadino, distraendo dalla rilevanza dei tagli che si stavano operando nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni.
Alla luce di questa grave situazione, a coloro che anche in queste ore stanno frenando su alcuni interventi possibili, vorremmo dire che siamo in una fase d'emergenza, e che senza perdere tempo a inseguire questioni strettamente politiche serve uno scatto di responsabilità che consenta negli assetti funzionali e strutturali delle Pubbliche Amministrazioni di rilanciare il welfare in senso universalistico e solidale e sostenere con misure anche eccezionali il tessuto economico locale. Uno scatto di responsabilità significa anche ascoltare le diverse Associazioni di categoria e rappresentanza del territorio, che nel trevigiano hanno molto detto e proposto, soprattutto in questi mesi.
Chiediamo che venga accolta la proposta sugli assetti strutturali delle Pubbliche Amministrazioni e che orienti un punto di vista sulle modifiche da operare al titolo V Costituzione, orientando l'attività del legislatore sulla necessaria semplificazione di atti e procedure, verso una nuova ripartizione delle funzioni pubbliche in relazione alla sussidiarietà, sbrigando il campo da sovrastrutture e mettendo in rete i soggetti del territorio.Inoltre, quegli Enti che a parole si afferma di voler difendere, come le Province e i piccoli Comuni, e sui quali si è restii ad operare alcuna trasformazione, stanno già morendo. E mentre dovrebbero garantire l'esigibilità del welfare sussidiario non sono già più in grado di farlo. E proprio in una fase di crisi nella quale i bisogni crescono, si discute più di contenitori che di contenuti, distraendo ancora una volta l'opinione pubblica, allontanandola ulteriormente dall'interpretare la Politica nelle sue corrette dimensioni.