Giovedì 12 dicembre alle ore 18:00, con la collaborazione del Comune di Montebelluna, la presentazione alla Biblioteca di Largo X Martiri CENT'ANNI FA IL PRIMO SCIOPERO DELLA MARCA.
I volti e le storie dei lavoratori del Canapificio dell'allora Crocetta Trevigiana raccontati nel volume di Livio Fantina edito CGIL e Istresco.
Quando si parla di sciopero ci vengono in mente le grandi manifestazioni di piazza, i lavoratori in tuta blu, le bandiere delle organizzazioni sindacali e i lunghi cortei, ma non è sempre stato così.
Ce lo illustra e ce lo spiega Livio fantina nel suo testo "I mille volti del lavoro. Sullo straordinario sciopero di Crocetta Trevigiana nel 1913", edito CGIL Treviso e Istresco (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana), che con le immagini e arricchito da un saggio di Lucio De Bortoli e un contributo di Tiziano Biasi, analizza dopo cent'anni il primo sciopero avvenuto nella Marca e datato 1913.
"Ogni volta che vedo la foto dello sciopero di Crocetta del 1913 resto affascinato e allo stesso tempo provo una forte emozione nell'osservare il numero di persone, la posa, la chiarezza dell'immagine nella sua complessità, la dignità e la rivalsa che emerge dai volti delle persone, tra le quali molte donne e bambini. È un frammento di storia vissuta che sembra parlarci in modi diversi: le "urla" e i canti della mobilitazione di massa, le voci sommesse di ognuno di loro, il silenzio del momento importante, tutti vestiti a festa per celebrare l'unione, la solidarietà, la forza della classe lavoratrice. Così commenta Giacomo Vendrame, trentaquattrenne segretario della Camera del Lavoro di Treviso, la foto simbolo dello sciopero di Crocetta dalla quale il volume di Fantina per Istresco e CGIL prende ispirazione.
"Il riportare alla luce questa foto, le vicende delle maestranze dello stabilimento di Crocetta, e in particolare quella mobilitazione che durò venti giorni e segnò la storia sindacale del nostro territorio, in un dialogo tra passato e presente, aggiunge valore a ciò che siamo e a ciò che facciamo oggi. La pubblicazione continua il segretario generale della CGIL di Treviso - ci racconta, infatti, il 1913, ma l'occhio che attraversa quell'immagine, il nostro occhio, è puntato cent'anni più avanti, a chi vive tutte le difficoltà del mondo del lavoro del 2013. Il lavoro nuovamente al centro della sofferenza del nostro Paese. In questo parallelismo, quello che è accaduto allora e di quello che stiamo passando oggi, ci vedo un momento di riflessione importante e di ricerca delle fondamentali risposte alle sfide che dobbiamo affrontare come organizzazione sindacale e come soggetto di rappresentanza sociale".
"L'origine dello sciopero del '13 furono i bassi salari, gli orari insostenibili, le insicure e insalubri condizioni di lavoro, la gestione arbitraria e padronale della cassa malattia. Salario, diritti, equità spiega Giacomo Vendrame - argomenti dell'azione sindacale che si sostanziano nell'ininterrotto lavoro di rivendicazione, di mediazione, di mobilitazione all'interno di un equilibrio dinamico per definizione tra interessi contrapposti, tra lavoratori e paroni. Una mobilitazione collettiva, la prima nella nostra terra ma di carattere nazionale, uno sciopero che potremmo definire vittorioso. Insomma, questa foto parla di lavoratori, di sindacato, parla a ognuno di noi. Perché il profondo significato, forse non immediato, ma potente, gioca sul paradosso di un'immagine fissa priva di movimento ma che racconta l'azione, l'attivismo nel sul divenire. Abbiamo deciso di mobilitarci per migliorare la nostra condizione, non potendo più accettare quello che succede. Lo facciamo con dignità e convinzione, per raggiungere un risultato concreto. Lo facciamo organizzati in un sindacato, perché dobbiamo attrezzarci per contare di più, per difenderci meglio. È la storia di questa e di tutte le lotte sindacali, è la nostra storia".
"Quest'immagine aggiunge Vendrame - arriva diretta al punto, senza mediazioni concettuali.
Ed è per questo che come Cgil di Treviso vogliamo rispolverarla, valorizzarla e utilizzarla in una serie di iniziative che parlino del mondo del lavoro di oggi e sul ruolo del lavoro per le persone, per le famiglie, per le nostre comunità. Quanto fu fondamentale nel 1913 essere lavoratori consapevoli e pronti a mobilitarsi e quanto la situazione generale di profonda crisi e trasformazione che viviamo in questi drammatici anni è ancora sopportabile restando inerti. Che tipo di mobilitazione e azione collettiva è necessaria per incidere e per raggiungere risultati concreti sul fronte dei diritti, dell'equità e dell'occupazione, che tipo di organizzazione serve per "attivare" i lavoratori, e come meglio raggiungere i soggetti più deboli, e ancora troppo indifesi, del mondo del lavoro. Allora trovarono le risposte giuste e oggi sentiamo la responsabilità di trovarne altrettante di valide e incisive, tra azione collettiva e attivazione individuale, tra direzione politica e consenso popolare. Nello svolgere bene il difficile "lavoro" di rappresentanza, pronti a guidare quanto ad ascoltare, pronti a far ragionare quanto a riflettere. La Confederazione Generale Italiana del Lavoro non può che adoperarsi per tutti questo, per fare sintesi dei mille volti della nostra epoca".
"In una fase di disorientamento e di scarsa affezione rispetto ad azioni di carattere politico conclude Vendrame - troviamo la discussione nel merito non solo necessaria, ma anche indispensabile per capire in che direzione dobbiamo andare, come sindacato e come lavoratori. "Noi abbiamo fatto la nostra parte, e voi?" Questa, attraverso le espressioni di un'umanità raccolta e compassata, è una provocazione rivolta a tutti, ciascuno con la propria responsabilità, compresi i giovani che a volte si limitano solo a un generico "malumore" senza sforzarsi di costruire concrete alternative".
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