Barbiero: "Siamo all'invocazione del dio della pioggia per arrivare alle riforme".
"Federalismo paravento dell'immobilismo, il governo faccia il suo".
Il segretario della Camera del lavoro di Treviso sull'alluvione: "Le iniziative locali non possono supplire alle manchevolezze romane, né basta appellarsi al miraggio delle tasse trattenute e subito. Sembra che la classe dirigente locale non abbia più nulla da dire".
"L'alluvione come occasione per accelerare sul federalismo fiscale? Se queste sarebbero le strade da battere per arrivare alle riforme siamo alla frutta, la classe dirigente di questa provincia non ha davvero più nulla da dire".
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso.
"Le riforme sono riforme, le catastrofi naturali sono catastrofi naturali - ha detto Barbiero - chi ha in testa riforme strutturali del sistema le faccia, non possiamo invocare il dio della pioggia ogni volta che c'è da cambiare qualche cosa. Basta con le cagnare mediatiche, se questo territorio pensa che il federalismo serva a migliorare il governo locale si agisca su un piano politico e lo si faccia in maniera decisa e seria".
"Con questo modo di spostare il boccino sempre qualche centimetro in avanti - ha proseguito il segretario generale della Cgil trevigiana - finisce che dei problemi si parla senza risolvere nulla.
Il nodo della calamità che ha colpito la nostra provincia negli ultimi giorni non è quello della riforma federalista da fare tra chissà quanto tempo, o la richiesta, che sappiamo già destinata ad avere vita dura, di trattenere le tasse di oggi. Se c'è una calamità naturale lo Stato ha il dovere, e sottolineo il dovere, di intervenire a sostegno delle popolazioni colpite. Si faccia questo, e lo si faccia subito. Di tutto il resto si può e si deve parlare nei dovuti modi, nelle dovute sedi. L'idea di raccogliere consenso su questa o quella piattaforma politica sfruttando la disperazione e la frustrazione della gente è una indecenza".
"Che lavoratori e imprese destinino un'ora di lavoro, oneri compresi, al fondo alluvionati sarebbe un gesto spontaneo sicuramente significativo - ha concluso Barbiero - ma si deve ritenere inaccettabile che le iniziative dei corpi sociali, delle associazioni di rappresentanza e dei cittadini possano colmare le lacune romane.
In questa provincia e in questa Regione - che esprime ben quattro ministri - c'è una classe di governo con lo stesso colore di quelli che stanno in maggioranza e nell'esecutivo a Roma. Perché non si muovono?
Forse perché la politica emergenziale è congeniale ad un profilo un po' movimentista ma anche ipocrita: c'è gente che invoca la rivolta contro lo Stato centralista, senza dire che lo Stato centralista sono in realtà loro".