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COMUNICATO STAMPA UNITARIO

Comunicati Segreteria - 18/11/2013

Cgil Cisl e Uil ai parlamentari trevigiani: "Intervenite in difesa dell'occupazione e dell'impresa".
Agevolazioni alle assunzioni, Sindacati e Artigiani contro lo stop.
"Si consuma una grave ingiustizia nei confronti dei lavoratori licenziati dalle pmi.
Se non si ripristinano gli incentivi s'innesca una bomba nel nostro tessuto produttivo"
"Contrari allo stop agli sgravi contributivi per assumere i licenziati".

Questa è la posizioni unitaria di CGIL CISL e UIL provinciali che, insieme alle associazioni degli Artigiani della Marca chiedono, alla vigilia dell'iter di discussione alla Camera dei Deputati sul ripristino della legge 236/93, l'intervento dei parlamentari eletti nel territorio per convincere l'Esecutivo a fare retromarcia sull'argomento e per fermare l'azione avviata dall'Inps per i recupero delle agevolazioni di cui hanno beneficiato le aziende che hanno assunto lavoratori dalle liste di mobilità a seguito di licenziamento individuale.

"Invece di aiutare le piccole e medie imprese trevigiane, quelle con meno di 15 dipendenti, schiacciate dalla crisi economica, dalla riduzione degli ordinativi e dalla mancanza di credito bancario, il Governo ha deciso di non ripristinare la dotazione finanziaria per coloro che decidono di assumere lavoratori licenziati iscritti alla cosiddetta piccola mobilità – hanno spiegato i segretari generali della CGIL di Treviso, Giacomo Vendrame, della CISL Belluno Treviso, Franco Lorenzon, e della UIL Belluno Treviso, Carlo Viel.
La Legge di Stabilità 2013 non si limita dunque a non prorogare la possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità per i lavoratori licenziati per giustificato motivo da aziende di piccole dimensioni ma, soprattutto, non ha rifinanziato gli incentivi a favore dei rapporti di lavoro riferiti a questi lavoratori. Per di più l'Inps sta chiedendo indietro alle imprese che nel corso del 2011 e 2012 hanno avuto il coraggio di assumere nuovi dipendenti, pescando nelle liste di mobilità dei Centri per l'Impiego, gli incentivi ricevuti (190 euro al mese per 12 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato e per un massimo di 6 mesi per le assunzioni a tempo determinato".

Le preoccupanti dimensioni del problema assumono nella nostra regione l'ordine delle 56mila assunzioni, nella sola provincia di Treviso delle 10mila, effettuate nel biennio 2011-2012, e sulla maggior parte delle quali grava la cancellazione retroattiva degli sgravi. In totale – hanno precisato i Sindacati - l'importo delle agevolazioni di cui si chiede la restituzione supera, per le sole imprese trevigiane i 12 milioni di euro.
"Tale misura – affermano i tre segretari generali - oltre a determinare alle nostre imprese artigiane un danno economico, tanto maggiore quante più assunzioni effettuate entro il 31.12.2012, innesca una bomba in un tessuto produttivo già gravemente penalizzato dalla perdurante crisi. Inoltre, avrà gravi ripercussioni sull'occupazione in termini di reinserimento dei licenziati nel mercato del lavoro".

"Chiediamo pertanto ai parlamentari trevigiani di tutti gli schieramenti di evitare il consumarsi di un'ingiustizia nei confronti dei lavoratori usciti dalla piccola impresa artigiana, penalizzati rispetto agli iscritti alle liste di mobilità Legge 223/91 coperti dagli ammortizzatori sociali. E di contrastare provvedimenti come questo che rischia di alimentare ulteriormente il generale senso di incertezza tra la classe imprenditoriale trevigiana. Invece – concludono Vendrame, Lorenzon e Viel –vanno assolutamente trovati i fondi non solo per rifinanziare ma per rafforzare uno strumento che funzionava e che dovrebbe restare attivo almeno sino all'entrata in vigore di una riforma complessiva degli incentivi alle assunzioni".