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LETTERA APERTA

Comunicati Segreteria - 20/12/2014

Spett. Direttore, gentile cittadino.
Dal prossimo gennaio 7 operatori dei Centri per l'Impiego della Provincia di Treviso non potranno più continuare a svolgere il proprio lavoro. I loro contratti di collaborazione, infatti, non saranno rinnovati dall'Amministrazione provinciale a causa dei tagli finanziari imposti all'Ente. Altri 4 subiranno la stessa sorte alla scadenza del loro contratto prevista entro la metà del 2015.

Sono professionisti, laureati, persone sotto i 40 anni, che hanno speso la quasi totalità della loro vita lavorativa a diretto contatto con l'utenza, erogando servizi pubblici ai lavoratori, alle imprese e alle famiglie trevigiane. Paradossalmente, proprio queste persone che in tanti anni di prezioso lavoro hanno fornito ai licenziati le indicazioni per attivare gli ammortizzatori sociali, come la mobilità, proprio costoro si troveranno nell'impossibilità di goderne.

Finora si sono occupati dei colloqui con i disoccupati, delle pre-selezioni per le aziende alla ricerca di personale, del marketing e nel fornire informazioni su incentivi e sgravi presso le imprese. E ancora, del collocamento mirato per lavoratori disabili, dello sportello badanti, del servizio stage, dei percorsi personalizzati e dell'accompagnamento per lavoratori deboli. Infine, dell'assistenza a ex imprenditori nella delicata fase di ripartenza conseguente a un fallimento. Gli uffici, già in sofferenza a causa degli evidenti problemi del mercato occupazionale, che negli ultimi anni hanno raddoppiato il numero di accessi agli sportelli, si troveranno ancor più in difficoltà nell'erogare servizi puntuali ed efficaci.

Quale sarà dunque la destinazione finale dei Servizi Impiego? Proprio per continuare a garantire il funzionamento di servizi così importanti, la normativa lascia intravedere una deroga ai blocchi delle assunzioni. Per questa ragione invitiamo Governo, Regione, politici locali a riflettere su quanto sta accadendo, su quanto contenuto nella Legge di stabilità: dietro ai tagli, dietro ai numeri, ci sono persone vere che perderanno il proprio lavoro, il reddito, la professionalità.
Dietro a quei numeri ci sono servizi al cittadino che verranno meno.
Invitiamo anche l'Amministrazione provinciale a riflettere sull'opportunità di proseguire con i contratti per la durata del periodo di transizione tentando tutto quello che sta nelle sue possibilità. Perché se il passaggio non avviene mantenendo gli standard qualitativi finora garantiti, il risultato sarà un impoverimento dei servizi sul territorio di cui risentiranno in primo luogo i cittadini trevigiani.