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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 22/06/2013

Cultura della legalità e innovazione sono le basi per un nuovo modello di crescita.
La CGIL agli industriali: "Più investimenti e innovazione"
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Il segretario generale, Giacomo Vendrame: "La dualità tra lavoratori e imprenditori deve diventare terreno per sperimentazioni e nuove politiche industriali che riportino la Marca a essere ancora terra di sviluppo e traino per l'economia".

"Fuori dalla logica "buoni-cattivi" poco utile per ragionare del merito delle vere questioni da affrontare, per elaborare un nuovo modello fondato sulle capacità e sull'innovazione è necessario che il mondo dell'imprenditoria assuma impegni concreti sul fronte della legalità, dell'occupazione, e degli investimenti". Queste, infatti, dice Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, sono le richieste che il Sindacato pone all'attenzione degli industriali della Marca in vista dell'Assemblea pubblica di Unindustria Treviso che li vede riuniti venerdì prossimo, 21 giugno, alla Zoppas Arena di Conegliano.

"Riorganizzarsi in un nuovo modello di crescita che nell'affrontare l'emergenza economica e occupazionale faccia convogliare gli interessi legittimi di lavoratori e imprenditori verso un futuro di benessere diffuso".
Secondo il segretario generale della CGIL trevigiana "è la sfida del nostro territorio. Esaurito quel modello Nord Est che ha garantito decenni di sviluppo, ma che ha significato anche "microimprenditori", aziende "troppo" familiari, ricchezza sommersa e lavoro nero, la crisi che negli ultimi cinque anni ha devastato il nostro tessuto produttivo ci ha messo di fronte tutti i limiti del sistema. Ora è tempo di cambiare e non di fuggire – precisa Vendrame – perché la nostra non è terra di sconfitta e di abbandoni. Contrariamente alle delocalizzazioni, lavoratori e imprenditori devono rivendicare insieme e davanti alle Istituzioni la necessità di une seria politica di sviluppo alla quale chi governa deve dare presto risposta". "Per questo agli imprenditori trevigiani chiediamo di ripartire impegnandosi, innanzitutto, nel ristabilire un clima di legalità: ci vogliono riscontri pratici per ovviare il rischio di infiltrazioni malavitose, demolire dall'interno la cultura dell'evasione fiscale e combattere lo sfruttamento del lavoro nero e irregolare, e così sostenere la libera concorrenza contro quella sleale".

Ha continuato Vendrame – "gli imprenditori non abbandonino il territorio ma riversino nelle attività che esistono le risorse accumulate nel passato, risorse troppo spesso accantonate e non reinserite nel processo produttivo. Alcune componenti dell'economia e dell'imprenditoria locale – ha aggiunto Vendrame - hanno, infatti, alimentato distorsioni strutturali nel circuito risparmio-investimento: non reinvestendo gli utili in azienda, non facendo innovazione, non sviluppando politiche salariali in favore del merito e della produttività, denari sprecati o andati a rendita. In questo contesto, fatto ancora di società sottocapitalizzate e fragili, le sofferenze bancarie nel 2012 rispetto all'anno precedente sono aumentate dal 15% a Treviso, e di quasi il 20% in Veneto. E tale dato, oltre all'incapacità della finanza di convogliare il risparmio verso gli investimenti produttivi, ha ulteriormente frenato le banche a concedere finanziamenti anche di breve termine. In valori assoluti sono 2miliardi in meno di finanziamenti nel solo territorio provinciale".

"Per affrontare l'emergenza occupazionale – ha continuato Vendrame - chiediamo agli industriali di percorrere responsabilmente e dare maggiore diffusione alla strada dei contratti di solidarietà, per scongiurare i licenziamenti di massa e per non deprimere ulteriormente i redditi medi e di conseguenza i consumi interni. Inoltre, sempre qui a Treviso, chiediamo di dare concretezza al Patto per lo Sviluppo firmato nel 2011, coinvolgendo più aziende rispetto alla sola che ad oggi aderisce a quell'accordo, al fine di dare salario aggiuntivo dove è ora possibile. E anche sul fronte di un diverso carico fiscale sul lavoro e dell'equità fiscale per una migliore distribuzione del reddito bisogna lottare insieme".

"Il nostro sistema produttivo, con maggiore propensione verso l'export, ha la capacità di stare nei mercati esteri attraverso forme evolute di internazionalizzazione – ha aggiunto Vendrame - per questo, partendo dal ragionare e identificare gli addensamenti produttivi che presentano condizioni favorevoli, bisogna sviluppare politiche industriali più idonee e aiutare la trasformazione strutturale perché avvenga a valore aggiunto per il territorio. Tali sperimentazioni non hanno il fine di produrre solo beni, tecnologie e reddito, ma di elaborare un nuovo significato di sviluppo in grado di affrontare le principali sfide dei nostri tempi. In altre parole c'è estremo bisogno di una visione strategica unitaria che metta in azione tutto il potenziale di crescita, di integrazione, di conoscenza e sviluppo tecnologico".

"Solo con una buona occupazione ci sarà futuro, vogliamo che queste terre ritornino luoghi di lavoro diffuso e di traino per l'economia – ha concluso Vendrame - quello che ci serve oggi per uscire dalla crisi e gettare la basi per un domani migliore sono strumenti, anche a guida pubblica, che vadano a identificare i veri potenziali di crescita, con percorsi che coinvolgano anche le parti sociali. Innovare per riportare al centro la produzione e tutto ciò che ruota attorno in termini di intelligenza e abilità, anche con forme straordinarie di ibridazione tra piccola e media impresa e le più innovative tecniche digitali".