Restituire ai cittadini una Treviso in grado di assolvere al proprio ruolo di capoluogo, riscoprendo la vocazione di polo urbano capace di creare attrattività e recuperando la giusta dimensione di città non in fase di svuotamento ma di crescita, anche attraverso nuove e più efficaci politiche abitative e sociali.
Sono queste le proposte che la Cgil provinciale ha portato ieri al tavolo di confronto promosso dal Comune di Treviso e nel quale si dovrà discutere del futuro della città.
"Non ci interessano - ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - visioni parziali o, peggio, di parte. E certamente la frammentazione della rappresentanza, soprattutto per quanta riguarda gli operatori economici, per quanto prodotta da fratture oggettive, non può essere guardata con favore. Alla Cgil preme una politica complessiva di città, che metta insieme i bisogni sociali, le opportunità economiche e un rilancio del capoluogo come ambiente urbano residenziale, in particolare per le giovani coppie. Per ora si è visto poco su questi fronti e l'impressione è di un procedere disordinato e in ordine sparso. Ma ci sono questioni ineludibili che necessitano di essere affrontate con serietà e metodo. E noi vogliamo dare il nostro contributo".
La proposta della Cgil è strutturata in cinque azioni strutturali e tre iniziative trasversali.
"Dimensione sociale, cioè qualità abitativa, qualità dei servizi, promozione culturale e opportunità economiche viaggiano di pari passo - ha detto Giacomo Vendrame, membro della segretaria provinciale e componente del gruppo di lavoro della Camera del Lavoro provinciale sul rilancio del capoluogo - parliamo di una dimensione maggiormente a misura di cittadino e di intelligente proposta politica di sviluppo. Pensiamo all'orizzonte del 2019, con il Nordest candidato al ruolo di capitale europea della Cultura: può Treviso, che da sempre ambisce a conquistarsi nuovi spazi nel panorama regionale e nazionale, anche sotto il profilo della crescita del comparto economico del turismo, perdere questa occasione? Noi crediamo di no".
"C'è però preoccupazione - ha proseguito Vendrame - perché stiamo assistendo ad un curioso immobilismo.
Treviso è una città sempre più chiusa in se stessa, il cortile ordinato delle famiglie del centro, che non offre spazi di aggregazione e sociale, dove la sera e le occasioni non solo di svago ma anche di organizzazione di eventi sono soffocate dalle minacce di ricorsi al Tar.
Un centro storico che si sta spegnendo e che non offre attrattività, dove a mezzanotte è praticamente impossibile trovare un locale aperto per bere un caffè.
Non bastano più solo ordine e sicurezza: adesso ci vuole una idea di socialità, che metta insieme i residenti, le istituzioni e i commercianti, che possono essere significativamente protagonisti di questi processi".
"Se vogliamo parlare di cose serie - ha concluso Barbiero - è opportuno passare al più presto dai tavoli alle azioni. A cominciare dalla difesa di quello che c'è. Penso, ad esempio, alla questione aeroporto: la città e la provincia non possono rinunciare ad una infrastruttura fondamentale? Si può non risolvere il nodo della compatibilità fra l'aerostazione e i cittadini delle aree circostanti? Ci sono politiche da parte del Comune su questo punto? Prima si comincerà a parlare seriamente di queste cose, prima riusciremo a mettere in campo politiche efficaci".
Ufficio stampa