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Bus a chiamata a Vittorio Veneto: sperimentazione fallimentare

Comunicati Segreteria - 30/06/2025

BUS A CHIAMATA A VITTORIO VENETO: SPERIMENTAZIONE FALLIMENTARE

La CGIL di Treviso chiede di rivedere il sistema: “Enormi disagi per gli utenti fragili. Vanno mantenute le corse fisse almeno la mattina”

 

Si conclude in questi giorni il semestre di sperimentazione del servizio MOM+ a Vittorio Veneto, avviato ad inizio anno. Il servizio di bus a chiamata nel territorio vittoriese, partito su iniziativa di MOM per risparmiare sulle spese, per far fronte alle insufficienti risorse messe a disposizione dalla Regione del Veneto. Elementi di criticità del servizio erano già stati più volte segnalati dalla CGIL trevigiana. Problemi a prenotare la corsa via telefono, difficoltà nel prenotare la tratta esatta per cui si richiede la corsa, corse prenotate senza effettivo passaggio del mezzo, mancanza di cartelli con indicazioni chiare e mancanza di informazioni adeguate. Tanto che alcuni cittadini hanno deciso di rinunciare a prendere il bus.

Criticità ampiamente segnalate, ma senza arrivare a delle soluzioni in 6 mesi di sperimentazione. Per questo la segreteria provinciale della CGIL di Treviso, unitamente alla categoria dei trasporti FILT CGIL e allo SPI CGIL provinciale e della zona di Vittorio Veneto, chiedono all’amministrazione comunale vittoriese e alla direzione MOM di rivedere il progetto e le modalità operative.

“Con la soppressione del servizio di trasporto urbano che prevedeva il passaggio degli autobus a orari fissi e la sua sostituzione con l'avvio della sperimentazione del trasporto a chiamata – dicono dalla CGIL di Treviso - abbiamo registrato a Vittorio Veneto molti disagi a volte anche gravi fra la popolazione più anziana che non riesce ad utilizzare il servizio con le nuove modalità operative. Il risultato, come segnalato più volte, è che invece di aumentare la possibilità di muoversi in autonomia da parte di tutta la popolazione più anziana, molti hanno rinunciato all'utilizzo del mezzo pubblico ed è aumentato quindi l'isolamento e la dipendenza da parenti, amici e volontari. L'esatto contrario di quanto da tutti richiesto e auspicato. Il trasporto a chiamata deve quindi, per noi, essere riportato ad un servizio aggiuntivo e non sostitutivo del servizio di trasporto ad orari fissi, quanto meno per tutta la fascia oraria della mattina”.

“Non ci sottraiamo a discussione su funzione e ruolo del servizio a chiamata, anzi – aggiungono dalla CGIL di Treviso -. Ripartiamo proprio dalla legge regionale che nel '98, per la prima volta, lo ha previsto e che in questi giorni, nella nuova stesura, lo ha confermato. Il servizio a chiamata nasce in aggiunta al servizio di trasporto minimo finanziato dalla Regione coi trasferimenti nazionali. Nelle intenzioni, quindi, dovrebbe potenziare la domanda di trasporto servendo le zone più fragili e ‘aggiungendo’ servizio. Proprio perché si tratta di un servizio che si aggiunge ai servizi minimi garantiti rimane quindi in carico agli Enti locali (Comune ma anche Regione) che dovrebbero stanziare risorse e fissare una programmazione a beneficio dei propri cittadini. Peccato però che nei fatti il servizio a chiamata abbia perso la sua funzione e si sia trasformato in un servizio sostitutivo del trasporto pubblico minimo. Gli Enti di Governo hanno prima deliberato il taglio delle corse meno remunerative e poi le hanno solo in parte ripristinate con un servizio ‘a chiamata’. Quindi dove prima c'era un servizio garantito, per quanto limitato, adesso il servizio è solo eventuale. Come CGIL non siamo quindi contrari allo strumento del servizio a chiamata in sé, se si tratta appunto di una possibilità di trasporto aggiuntiva rispetto a corse poco frequenti in certe tratte, ma non condividiamo l'uso distorto che ne viene fatto, tagliando corse che già c'erano. Manca una programmazione da parte degli Enti di Governo, manca una strategia di cosa si voglia garantire con il trasporto pubblico locale, e che dovrebbe essere la mobilità di tutti i cittadini, e soprattutto delle fasce più deboli come anziani, studenti, lavoratori, e non la massimizzazione del profitto delle aziende. Da parte nostra insistiamo per una programmazione a lungo termine del servizio di trasporto pubblico e per un atto di coraggio da parte di Regione e di Enti locali con lo stanziamento di risorse aggiuntive che promuovano e aumentino il servizio ed il suo utilizzo, cosa che sicuramente non avviene con i tagli allo stesso”.

Il servizio a chiamata, denominato “MOM+”, partito in via sperimentale il 7 gennaio, riguarda la linea n.31 a Vittorio Veneto (188 fermate, in un’area complessiva di oltre 12 km quadrati, da Forcal a Scomigo, toccando Longhere, Serravalle, Anzano, Meschio, Ceneda, San Giacomo e Carpesica). È attivo dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12 e dalle 15:30 alle 20:15. In questi orari, i bus circolano solo su “chiamata” dell’utente. La corsa deve essere richiesta almeno 30 minuti prima, tramite l’app MOM oppure tramite chiamata telefonica a un numero dedicato. La scelta di istituire il servizio a chiamata è motivata dal fatto di evitare corse di bus vuoti negli orari di “morbida”, ma di farli circolare solamente quando vi è un’effettiva necessità, ovvero quando gli utenti lo richiedono.


Ufficio stampa


Visentin Mauro
Segretario Generale CGIL TREVISO