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COMUNICATO STAMPA FP CGIL

Comunicati Segreteria - 12/03/2015

La denuncia della FP CGIL di Treviso: "La Regione stanzia 25milioni l'anno per i medici convenzionati a fronte di servizi sul territorio che dovevano già esserci".
Medici di base, Bernini: "Da convenzionato si passi a pubblico".
Il segretario generale FP CGIL: "Medici di medicina generale, con l'accordo vincono gli interessi corporativi, la nostra proposta è che si passi dal sistema in convenzione a un sistema completamente pubblico".

"Abbandoniamo il regime in convenzione e facciamo rientrare i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i medici di continuità assistenziale alle dipendenze del Servizio Sanitario Nazionale". Questa la provocatoria proposta della FP CGIL di Treviso dopo che solo una decina di giorni fa la Regione ha siglato con le organizzazioni dei medici di medicina convenzionata un nuovo accordo che prevede un ulteriore e ingente stanziamento di risorse pubbliche per i gruppi di medicina integrata. "Non indichiamo questa strada con lo spirito di contrapposizione, i medici di base sono infatti professionisti che svolgono un ruolo fondamentale nel territorio, ma con l'intento di far emergere alcune rilevanti criticità e promuovere nuove politiche di salute".

"I medici convenzionati sono liberi professionisti e nessuno può impegnarli o vincolarli a seguire e applicare quanto previsto dal Piano Socio Sanitario Regionale in merito all'implementazione dei servizi territoriali – spiega Ivan Bernini, segretario generale della FP CGIL di Treviso – stiamo rilevando che tale situazione e atteggiamento, che riscontriamo anche all'interno delle case di riposo, costituiscono nei fatti un freno allo sviluppo di questi servizi. Di fronte al rifiuto e all'inosservanza di alcune disposizioni, che rendono difficile quando non impossibile l'attuazione del PSSR, nessuno può fare nulla. Nemmeno i Direttori Generali, che pure devono rendere conto alla Regione e raggiungere alcuni obiettivi ai fini di una loro riconferma, non hanno potestà impositiva sui medici convenzionati".
"Una questione che contribuisce, inoltre, a creare notevoli disparità tra gli stessi professionisti – continua Ivan Bernini - basti pensare ai medici ospedalieri che con grandi responsabilità e svolgendo delicate funzioni, dal punto di vista economico sono ben distanti dalle retribuzioni dei loro colleghi convenzionati. Per non parlare poi dei professionisti del comparto (personale sanitario, tecnico e amministrativo) – sottolinea Bernini - che lavorano con turni massacranti, saltano i riposi eppure hanno i contratti bloccati da 6 anni".

"Ora la beffa – aggiunge Bernini – lo scorso 2 marzo la Regione Veneto ha sottoscritto l'accordo con le organizzazioni dei medici di medicina convenzionata, non bastavano i 16 milioni di euro stanziati nel 2013 per la realizzazione delle medicine di gruppo integrate, dalle casse regionali usciranno a questo scopo altri 25milioni l'anno, per quattro anni. Incomprensibile tale impegno di risorse pubbliche, visto che il personale infermieristico e di supporto delle Medicine di Gruppo Integrate sarà messo a disposizione e pagato dalle ULSS come peraltro le strumentazioni, e considerando che il decreto Balduzzi prevedeva che il tutto venisse portato avanti a isorisorse". "Inoltre – afferma Bernini - mentre il Piano Socio Sanitario per evitare l'uso improprio delle strutture di Pronto Soccorso e per dare un servizio efficiente ai cittadini prevedeva esplicitamente un'apertura h24 7 giorni su 7 dei servizi territoriali, con l'accordo saranno invece accessibili solo nell'arco delle 12 ore da lunedì a venerdì, dalle 8 alle 10 il sabato e nei prefestivi.
In altri termini, in questo clima preelettorale la Regione – da affondo Bernini - ha scelto di privilegiare gli interessi corporativi e di monetizzare un servizio carente e non in linea con la sua programmazione".

"In tempi non remoti come CGIL di Treviso abbiamo forzato la mano su alcune questioni che certamente non ci hanno reso simpatici e attrattivi tra i Medici di Medicina Generale – conclude Bernini – ma oggi non possiamo far altro che ribadire la necessità di mettere mano e riorganizzare il servizio di medicina generale del territorio promuovendo un sistema totalmente pubblico, nel quale i medici sono dipendenti delle ULSS. Si costruisca così un sistema che elimini le attuali sperequazioni e renda possibile l'ingresso di giovani medici ora bloccati dalle corporazioni".