Manovra economica, per il segretario provinciale l'intervento sui municipi è "irresponsabile".
Tagli ai Comuni, Barbiero: mobilitazione, o le chiavi spedite a Roma.
"Chiudere i municipi che non possono reggere questo intervento che uccide gli enti locali e blocca la ripresa. Noi verso lo sciopero generale con una partecipazione ampia e trasversale".
"I tagli agli enti locali sono una questione politica e i sindaci o gli assessori scontenti devono affrontare la vicenda da un punto di vista politico, le lamentele mediatiche come ammortizzatore del malcontento non sono più né sufficienti né credibili. Serve invece una mobilitazione, forte e trasversale".>
"Leggo - ha detto Barbiero - che l'assessore al bilancio della giunta leghista di Ponzano Nardin parla di disobbedienza civile. Gli chiedo: da fare o solo da annunciare? Le amministrazioni locali che non possono reggere a causa dei vincoli di spesa imposti dal manovrone di Tremonti chiudano i municipi e spediscano le chiavi a Roma. Che ad occuparsene siano tutti quelli che dicono che risparmiare senza fare macelleria sociale è possibile. Se uno è bravo e sa le cose è giusto che si prenda la responsabilità del fare, non solo la libertà di parlare. ".
"La verità è che siamo al fondo del barile raschiato - ha proseguito Barbiero - non si può pensare di dare un futuro mettendo la gente a pane e acqua. Il rigore sui conti è d'obbligo, ma il prezzo non può essere fatto pagare solo a chi ha più bisogno dei servizi che saranno tagliati dai Comuni, cioè i cittadini e le famiglie meno agiate. Questa ricetta che spreme la gente comune, uccide gli enti locali, non promuove lo sviluppo e non tocca i grandi patrimoni speculativi né intacca seriamente l'evasione fiscale è fallimentare e deleteria".
"Per questo - ha concluso il segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso - la Cgil non solo è convintamente sulla strada che porta allo sciopero generale del prossimo 25 giugno; ma, soprattutto in questa provincia, sarebbe di fondamentale importanza mettere in campo una grande mobilitazione che coinvolga la gente, il mondo del lavoro e dell'impresa insieme, e in maniera trasversale, a quei rappresentanti delle istituzioni che vogliono fare ancora gli interessi dei cittadini e non quelli delle botteghe della politica. Non un atto di opposizione, ma una azione forte che richiami l'attenzione sulla gravità delle conseguenze di politiche economiche irresponsabili, senza capo né coda".
Ufficio Stampa