Iniziativa nazionale della Cgil, sit in durante il voto della fiducia al Senato.
Contro la manovra oggi presidio davanti alla Prefettura.
Barbiero: "Continua la lotta contro l'arroganza del governo e le misure che aggiungono diseguaglianze e povertà. Noi minoritari? Il ministro Sacconi manda al macero i diritti in nome della sua guerra contro la Cgil e contro i lavoratori".
"Sarà una lotta convinta e anche dura contro una manovra ingiusta, che non risolve i problemi del Paese e anzi aggiungerà nuove diseguaglianze e povertà. La proseguiremo in tutta le piazze, in tutti i posti di lavoro e con ogni forma legittima di mobilitazione".
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, annunciando che la mobilitazione contro la manovra finanziaria continuerà a cominciare da oggi pomeriggio, quando a Treviso, davanti alla Prefettura, in occasione della votazione al Senato della fiducia al governo sul maxi decreto, si terrà un presidio fino alla conclusione dello scrutinio.
L'iniziativa, decisa quest'oggi dalla segreteria nazionale della Cgil e che prevede sit e manifestazioni davanti a tutte le prefetture italiane tra le ore 18 e le 19, è stata comunicata al capo di gabinetto della prefettura di Treviso nella mattinata di oggi.
"Ribadiremo - ha precisato Barbiero - la nostra contrarietà alla manovra, che nelle ultime ore ha subito un ulteriore peggioramento, oltre a rendere manifeste le proposte formulate dalla Cgil ispirate all'equità dei sacrifici, a cui il governo ha risposto blindando la discussione parlamentare con un tratto di arroganza mai visto prima, condito con gli sprezzanti commenti del ministro del Welfare Sacconi, che di fronte alla più vasta mobilitazione degli ultimi anni in occasione dello sciopero generale di ieri, non ha avuto di meglio che parlare di "posizione minoritarie".
"Non è minoritario - ha concluso il segretario generale della Camera del Lavoro provinciale - il malessere del Paese né sono minoritarie le fasce sociali che si stanno impoverendo. E non sono minoritarie le ragioni di quei diritti che il ministro Sacconi manda al macero in nome della sua personalissima e ideologica guerra contro la Cgil e i lavoratori".
Ufficio Stampa