Personale di 363 unità lavorative nel 2014, appena 190 al 1° febbraio 2023
Carenze di personale INPS: in dieci anni meno 173 dipendenti
La situazione potrebbe peggiorare in conseguenza a pensionamenti e mobilità
Cala una grave preoccupazione sull’INPS di Treviso: a rischio il mantenimento degli standard di risposta all’utenza e dell’operatività delle agenzie territoriali. A dare l’allarme il Comitato Provinciale dell’INPS di Treviso che denuncia la perdita di ben 173 unità lavorative per effetto del perdurare del blocco delle assunzioni nelle PA. Ad aggravare la già drammatica situazione la prospettiva di 11 pensionamenti nel corso dell’anno e l’avvio a livello nazionale della mobilità che potrebbe contribuire a ulteriori fuoriuscite non sufficientemente ripianate dall’arrivo di personale neoassunto e non ancora pienamente formato a gestire le pratiche.
La cronica mancanza del personale amministrativo, tecnico, medico e legale in tutte le strutture territoriali dell’Ente è evidente: se dalla fusione di INPS e INPDAP nel 2014 si contavano 363 unità lavorative in servizio nella struttura trevigiana, al 1° febbraio 2023 ne restano, per effetto del blocco delle assunzioni nelle PA, appena 190 e sono previsti 10 pensionamenti tra gli amministrativi e di un medico legale strutturato. La stessa fascia d’età dell’organico è ormai alta.
Secondo il Comitato INPS provinciale quella che sarà la nuova assegnazione di personale assunto a seguito del concorso pubblico 2023 non sarà sufficiente a coprire i pensionamenti, tanto più che a questi si aggiungeranno ulteriori posti mancanti. Ossia, quelli lasciati da coloro che chiederanno la mobilità e che il Comitato stima in una trentina di lavoratori. Non sono, inoltre, considerati i tempi di avvicendamento tra il personale neoassunto e quello in uscita già professionalizzato. Un elemento questo della formazione, e dunque della piena capacità di gestire le pratiche, che porterebbe inevitabilmente a un ulteriore e dannoso allungamento dei tempi di risposta all’utenza, generando sacche di diritti inespressi.
“Dentro questo quadro disarmante – sottolinea il presidente del Comitato INPS provinciale Paolino Barbiero – consideriamo impossibile, anche rispetto allo sforzo che il personale quotidianamente esprime, che l’Istituto possa continuare a esprimere e garantire quello standard di prestazioni di natura previdenziale, sociale e assistenziale che rappresentano un presidio di welfare comunitario in un territorio fatto di distretti economici, sociali e agricoli di importanza, in cui confluiscono interessi da parte della cittadinanza, delle famiglie, dei pensionati, dei lavoratori e delle imprese locali”.
“Per tali ragioni – conclude Paolino Barbiero – è oltremodo necessario un intervento degli organi politici e di governo mirati a sostenere l’Istituto e dunque l’erogazione puntuale e qualificata delle prestazioni in risposta al reale fabbisogno di organico del nostro territorio secondo parametri demografici, economici e sociali”.
Ufficio Stampa