Il 2015, il nostro sistema produttivo
tra congiuntura globale e speranza nel futuro.
Sono due le leve internazionali che possono influire positivamente sul prossimo futuro del sistema produttivo della Marca e sull'uscita dalla crisi economica e occupazionale che da anni
si sta abbattendo violentemente sul nostro territorio.
Il deprezzamento del petrolio e l'euro debolesono fattori di carattere globale
che potrebbero dare una mano alla nostra economia locale, vocata all'export, a risollevarsi.
Chi è rimasto finora silente, gravemente incapace di gestire i processi in atto, come la Regione Veneto, deve riappropriarsi del ruolo di regia, porre in atto una programmazione strategica fatta di politiche industriali serie che guardino alla ripresa, utilizzare al meglio e pienamente i fondi europei. Così i nostri imprenditori dovrebbero oggi più che mai cogliere le spinte esterne, riattivare gli investimenti e sostenere la crescita anche in termini di buona occupazione e consumi.
Questo, attraverso un dialogo aperto e franco tra istituzioni, rappresentanze del mondo produttivo e del lavoro, potrà trasformare la possibile ripresa in una vera e duratura crescita, ma solo se avremo la capacità di legare responsabilmente al rilancio economico quello occupazionale.
Non c'è jobs act che tenga, e i Paesi più evoluti ce lo insegnano bene, sviluppo e ricchezza sono il risultato del lavoro, mentre questo nuovo provvedimento del Governo va proprio nella direzione opposta. E noi, solo nella grande impresa, alle spalle ci siamo lasciati, in sei anni, quasi 2mila crisi aziendali con ben 30mila lavoratori coinvolti. A queste persone, alle loro famiglie, cosa vuole offrire chi ci governa, ai vari livelli, un eterno precariato, un'instabilità di reddito, e dunque un impoverimento dei consumi interni, o la prospettiva di un lavoro sicuro, di un salario certo, di una crescita professionale, che porti con sé lo sviluppo di tutto il sistema?
A questi interrogativi ci troviamo di fronte.
Buon anno, buon lavoro a tutti!