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INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL DI TREVISO

Comunicati Segreteria - 13/01/2015

Il 2015, il nostro sistema produttivo tra congiuntura globale e speranza nel futuro.
Sono due le leve internazionali che possono influire positivamente sul prossimo futuro del sistema produttivo della Marca e sull'uscita dalla crisi economica e occupazionale che da anni si sta abbattendo violentemente sul nostro territorio.
Il deprezzamento del petrolio e l'euro debolesono fattori di carattere globale che potrebbero dare una mano alla nostra economia locale, vocata all'export, a risollevarsi.

Certo entrambe sono variabili e la palla di cristallo nessuno ce l'ha per scrutare gli eventi che le determineranno.
È altrettanto certo che in questo momento storico non intravedo per il nostro tessuto produttivo altre possibilità se non il farsi trainare da tali positivi elementi che da una parte abbattono i costi energetici in capo alle imprese e dall'altra offrono la possibilità di ritornare ad essere competitivi nei mercati esteri. Per cogliere appieno gli effetti positivi di questo generale andamento serve l'apporto di tutti i soggetti regionali, sia economici che istituzionali.

Chi è rimasto finora silente, gravemente incapace di gestire i processi in atto, come la Regione Veneto, deve riappropriarsi del ruolo di regia, porre in atto una programmazione strategica fatta di politiche industriali serie che guardino alla ripresa, utilizzare al meglio e pienamente i fondi europei. Così i nostri imprenditori dovrebbero oggi più che mai cogliere le spinte esterne, riattivare gli investimenti e sostenere la crescita anche in termini di buona occupazione e consumi.
Questo, attraverso un dialogo aperto e franco tra istituzioni, rappresentanze del mondo produttivo e del lavoro, potrà trasformare la possibile ripresa in una vera e duratura crescita, ma solo se avremo la capacità di legare responsabilmente al rilancio economico quello occupazionale.
Non c'è jobs act che tenga, e i Paesi più evoluti ce lo insegnano bene, sviluppo e ricchezza sono il risultato del lavoro, mentre questo nuovo provvedimento del Governo va proprio nella direzione opposta. E noi, solo nella grande impresa, alle spalle ci siamo lasciati, in sei anni, quasi 2mila crisi aziendali con ben 30mila lavoratori coinvolti. A queste persone, alle loro famiglie, cosa vuole offrire chi ci governa, ai vari livelli, un eterno precariato, un'instabilità di reddito, e dunque un impoverimento dei consumi interni, o la prospettiva di un lavoro sicuro, di un salario certo, di una crescita professionale, che porti con sé lo sviluppo di tutto il sistema?
A questi interrogativi ci troviamo di fronte.

Diamo risposte, diamole insieme, perché sono i cittadini veneti che ce le chiedono con insistenza, sono coloro che soffrono, sono i nostri giovani che non riescono a immaginare un domani roseo. Mi auguro dunque che il 2015 non sia un nuovo lungo anno di crisi ma di speranza, che non sia un anno fatto di mere competizioni elettorali, che non sia un anno di impegni presi e mai rispettati, di accordi siglati e mai applicati, dunque non di sole parole ma di fatti concreti. Il Sindacato c'è, ci crediamo e con i lavoratori della Marca facciamo appello a tutte le forze politiche ed economiche perché siano pronte ad affrontare l'anno appena iniziato con impegno, serietà e nuovo slancio perché sia un 2015 all'insegna della ripresa.

Buon anno, buon lavoro a tutti!