Il Sindacato chiede un incontro all'Uls 7 per ritirare la disposizione sui tempi delle visite.
Visite di 5 minuti, Cgil: "Si lede il diritto alla salute".
Barbiero-Bellotto: "Metodo inopportuno che lede la dignità del paziente e del lavoro dei medici. Il sistema sanitario deve, oggi più che mai, dare risposte al malato e al cittadino sotto l'aspetto medico-professionale ma anche umano"
"Disposizione lesiva del diritto alla salute".
Questo il duro commento del segretario provinciale della Cgil di Treviso, Paolino Barbiero, alla direttiva contenuta nella circolare dell'Uls 7 ed entrata in vigore dal 1 ottobre che impone ai medici dell'azienda sanitaria di Conegliano un tempo di 5 minuti per controllare i referti, impostare la terapia, prenotare un intervento o, nella peggiore delle ipotesi, comunicare ad un paziente l'incurabilità della malattia.
"Probabilmente ha spiegato Ottaviano Bellotto, coordinatore della Cgil per la zona di Conegliano e Vittorio Veneto - alcune visite richiedono un tempo anche inferiore ai cinque minuti previsti dalla circolare dell'Uls 7, ma come hanno affermato i medici ospedalieri, alla base di tale metodo c'è una difforme visione del lavoro ambulatoriale. Molte visite, infatti, necessitano di un tempo congruo non solo all'analisi del referto e all'identificazione della migliore terapia per il paziente ma anche sotto l'aspetto umano, che non può essere misurato in minuti".
"Informare il paziente è, infatti, un dovere deontologico del medico ha aggiunto Paolino Barbiero - una comunicazione che deve essere la più comprensibile per il malato è anche un grande sostegno sia sul piano della consapevolezza, che della fiducia che si instaura nel rapporto tra medico e paziente, ma è anche un fondamentale segno di vicinanza pragmatica alla persona affetta da grave patologia. È inammissibile e impensabile contingentare tempi e metodi risolvendo tutto in termini di costi.".
"Ci attiveremo ha continuato Barbiero - come Sindacato e insieme a Cisl e Uil nel difendere le garanzie fondamentali alla salute e chiederemo urgentemente ai responsabili dell'azienda sanitaria un incontro che chiarifichi i presupposti di questa decisione. Sollecitiamo, nel frattempo, i primari e tutti i dipendenti dell'Uls di levare compatti la propria voce contro questo modello a dir poco inopportuno che non tiene conto della dignità del personale ospedaliero, dei malati e delle loro famiglie".
"La nostra richiesta all'azienda sanitaria ha concluso Bellotto - è quella di rivedere tale politica e stralciare subito questa disposizione che rappresenta una grave lesione del diritto alla salute ma anche uno scarto negativo con la realtà lavorativa dei medici e infermieri. Particolarmente in questo duro momento in cui i ticket aumentano e le famiglie si impoveriscono il sistema sanitario pubblico deve fornire risposte puntuali all'ammalato e al cittadino".
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