Prima fase dell'analisi del Centro Studi della CGIL di Treviso sull'applicazione dell'Imposta sulla casa.
IMU, Barbiero: "Aumenti del 270% per i più deboli".
Paolino Barbiero: "Aumenti disomogenei e il quasi totale azzeramento delle politiche sociali determinano grandi disuguaglianze nella fiscalità locale. Nel 2013 il Sindacato dei Pensionati sarà impegnato ad aprire con i Comuni una nuova tornata di contrattazione sociale al fine di trovare parametri condivisi e tutelare la fascia più debole della società".
Da una prima fotografia scattata dal Centro Studi della CGIL di Treviso l'IMU applicata dai Comuni dalla Marca eroderà ulteriormente i redditi delle famiglie trevigiane in un quadro di grande disparità e senza l'attuazione di politiche atte a tutelare le fasce più deboli. L'analisi condotta a campione evidenzia innanzitutto un sostanziale incremento dell'imposta comunale sulla casa. Su tutti i Comuni presi in esame, infatti, a parità di patrimonio (abitazione di categoria A/3 e C/3, es. casa con garage) e per redditi da lavoro e da pensione, per il versamento IMU 2012 mediamente si registra, rispetto all'ultima applicazione ICI avvenuta nel 2007, un incremento pari al 39,3%. Percentuale che s'impenna se si tiene conto delle detrazioni in vigore allora e oggi in molti casi scomparse: ben il 270,45% di aumento per quelle categorie di soggetti in situazioni di particolare disagio economico e sociale.
Gli incrementi spiega il Centro Studi della CGIL di Treviso sono dovuti, rispetto alla vecchia ICI, al nuovo metodo per determinare la base imponibile che vede aumentato del 60% il coefficiente moltiplicatore da applicare alla rendita catastale. Ecco perché un residente a Treviso con reddito annuo superiore ai 7.500 euro mentre cinque anni fa pagava un'ICI di 148 euro ora dovrà versare un'IMU di 203,20 euro (55,20 euro in più). Stesso importo che oggi andrà a sborsare anche un cittadino con un reddito inferiore alla soglia di 7.500 euro annui e che nel 2007, grazie alla detrazione riconosciute venne esentato dal pagamento.
Medesimo discorso vale per il Comune di Roncade che, rispetto all'ICI, non prevede più detrazioni per le pensioni minime e per gli invalidi al 100% con reddito inferiore ai 20mila euro annui, pur unificando l'aliquota per tutti i residenti alla soglia più bassa, ovvero il 4 per mille. E così anche il Comune di Villorba, che d'altro canto innalza a 250 euro la detrazione IMU per tutti. Santa Lucia di Piave, invece, applica la più alta aliquota della provincia, il 5,6 per mille, e allo stesso tempo prevede una detrazione di 300 euro per i soggetti con invalidità del 100%. Una politica sociale attuata anche dal Comune di Spresiano che applica una detrazione di 258,23 euro per le invalidità civili del 100% con indennità di accompagnamento e con ISEE inferiore ai 18.022,70 euro annui.
"Insomma, una tale situazione composita e frammentata che rischia di generare nuove forme di disuguaglianza sociale e di definire in modo diverso lo stesso valore dell'abitazione. Ha detto Paolino Barbiero, segretario generale dello SPI CGIL di Treviso - Una disomogeneità e il quasi totale annullamento delle politiche sociale portate avanti dai Comuni fino al 2007 che saranno dal prossimo gennaio i temi della contrattazione sociale che il Sindacato dei Pensionati e la CGIL avvieranno con tutte le 95 Amministrazione comunali del trevigiano".
"Non vogliamo sentire più "Paese che vai IMU che trovi", bisogna, invece, individuare dei parametri comuni e uniformare aliquote e detrazioni al fine di ristabilire l'equità sociale e aiutare le famiglie e i singoli che vivono situazioni di difficoltà economiche o sociali. Le detrazioni, infatti spiega Barbiero dovrebbero essere legate e modulate sulla base del reddito reale del nucleo familiare, misurato attraverso l'ISEE. Ci auguriamo che in questa fase di contrattazione e di pianificazione i nostri Sindaci prestare attenzione ai mutamenti che in questi anni la nostra società ha vissuto e alle nuove difficoltà alle quali i cittadini quotidianamente vanno incontro".
"Ci auguriamo, inoltre, che non vi siano nuovi abbindolati dalle sirene dell'esenzione totale.
Annullare nuovamente l'imposta sulla casa, l'unica imposta federalista, andrebbe a determinare un altro sconquasso alle già magre casse dei nostri Comuni portandoli inevitabilmente alla bancarotta. Per calmierare la fiscalità locale e mantenere i servizi diretti ai cittadini ha concluso Barbiero - oltre a modificare la legge prevedendo un massimale d'imposizione e non un minimale, sarà indispensabile lavorare in progetti di accorpamento e di fusione tra le Amministrazioni, creando dei Comuni più grandi e sviluppando delle economie di scala su vasta area, che tengano conto dei bisogni emergenti della fasce debole della società".
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