12 pullman di trevigiani a Milano il 16 dicembre per cambiare la legge di Bilancio, per riformare la Legge Fornero, per dire no alla precarietà
Sono 12 i pullman che dalla Marca Trevigiana partiranno giovedì 16 dicembre per partecipare, in parco Sempione a Milano, alla manifestazione del Nord Italia in occasione dello sciopero generale. Uno sciopero che coinvolgerà tutti i settori pubblici e privati, esclusi quelli della Sanità e nel rispetto delle regole per ciò che riguarda i servizi essenziali.
Sono tante le ragioni che hanno spinto Cgil e Uil a indire questa giornata di protesta e di mobilitazione. A partire dalla manovra fiscale che, in provincia di Treviso come a livello veneto, lascia senza benefici significativi l'80% dei lavoratori. Un dato che emerge dall'analisi delle dichiarazioni dei redditi raccolti dai servizi fiscali dei due sindacati. Si tratta di contribuenti, tra lavoratori e pensionati, che rientrano nel primo scaglione Irpef (che arriva fino ai 15.000 euro lordi annui) e che non otterranno alcun beneficio dalla modifica dell'imposta sulle persone fisiche; il 53,6%, invece, appartiene al secondo scaglione (che arriva a 28.000 euro lordi l'anno) e risparmierà 132 euro. Nel terzo scaglione (tra 28.000 e 50.000 euro) rientra il 18,4% dei lavoratori, che avranno vantaggi per 432 euro l'anno. La parte più fortunata (sopra i 50.000 euro) è appena l'1,5% del totale, e otterrà 593 euro l'anno. Le cose vanno anche peggio per i pensionati, visto che l'86% è sotto i 28.000 euro. Per non parlare delle donne e dei giovani: l'87% delle prime otterranno benefici tra 0 e 11 euro lordi al mese; idem per il 92% dei secondi. La situazione non muta se si considerano i singoli settori. I più penalizzati sono quelli del commercio e del terziario, dell'agroalimentare, della logistica. Ovviamente il lavoro precario è quello che ne esce peggio, con il 98% escluso da risparmi consistenti. Questo è l'effetto strutturale delle modifiche delle aliquote dell'Irpef, attenuato dai fondi destinati al "caro bollette" e da 1,5 miliardi destinati alla decontribuzione. In entrambi i casi, però, si tratta di misure tampone, che durano per qualche mese o al massimo per un anno.
“Il governo sul fisco ci ha detto che la partita è chiusa e la maggioranza non ha aperto una trattativa con le organizzazioni sindacali - afferma Mauro Visentin, segretario generale CGIL Treviso -Questo è un modo per ammazzare la rappresentanza sociale, non per coinvolgere il mondo del lavoro nelle scelte che devono essere realizzate”.
“È una fase in cui - spiega Visentin - vogliamo che i lavoratori, le lavoratrici, i giovani, i pensionati, ci giudichino per quello che concretamente facciamo. Quindi stiamo chiedendo ai trevigiani il 16 di scioperare, di essere in piazza a Milano perché è il momento di cambiare ed è il momento che il mondo del lavoro venga ascoltato per i problemi che ha e per lo sforzo che ha fatto in questo anno e mezzo di pandemia. Stiamo chiedendo che tutti gli 8 miliardi vadano al lavoro e ai dipendenti. Noi vogliamo - dice il leader della CGIL - che le politiche economiche del Governo tutelino le persone che hanno più bisogno. Stiamo chiedendo che la riforma fiscale tuteli i salari e le pensioni più basse. Questo non sta avvenendo. Stiamo chiedendo - ha aggiunto Visentin - di superare la precarietà nel lavoro, quindi di cancellare forme di lavoro precario assurde e di prevedere un nuovo contratto unico di ingresso al lavoro che sia fondato sulla formazione e sulla stabilità nel lavoro. Stiamo chiedendo che ci sia una vera riforma delle pensioni e stiamo chiedendo di rilanciare gli investimenti a partire dalla riconversione ecologica, per creare lavoro e per essere in grado di avere un’idea di gestione dei processi di riorganizzazione che stanno invece determinando chiusure e licenziamenti”.
Ufficio Stampa
Visentin Mauro
Segretario Generale CGIL TREVISO