L’indagine de Il Sole 24 Ore mette in luce una situazione nota che soffriamo da tempo
La Marca non è per giovani, Visentin: “Nodi che vengono al pettine”
L’appello del segretario generale CGIL alle istituzioni e al mondo produttivo: “Dobbiamo lavorare per dare opportunità di crescita personale e lavorativa e sostenere le famiglie”
“La Marca non è una provincia per giovani. L’avevamo compreso già da qualche tempo e l’indagine pubblicata da Il Sole 24 Ore lo conferma, il nostro territorio soffre di patologie che, se non curate per tempo, diventeranno croniche: ascensore sociale bloccato, precarietà occupazionale, disuguaglianze di opportunità e di reddito sempre più profonde, mancanza di ricambio generazionale nelle professioni, differenze rilevanti sul piano sociale all’interno del perimetro provinciale. Uno scenario desolante che impatta in particolare sui giovani che, se non fuggono, sono assoggettati a una vita al ribasso”. Questo il commento di Mauro Visentin, segretario generale della CGIL trevigiana, in merito all’indagine sulla qualità della vita che vede la provincia di Treviso all’11° posto a livello nazionale per i bambini, 45° per gli anziani e al 75° per i giovani.
Solo poche settimane fa il leader del quadrato rosso della Marca lanciava l’allarme: “il nostro sistema produttivo è a rischio implosione”, riferendosi all’irreperibilità di figure professionali in svariati ambiti del mercato del lavoro, dall’industria alla sanità, alla ristorazione. Uno sguardo al mondo del lavoro che secondo Visentin ben si lega allo studio che fa emergere i nodi critici sulla qualità della vita della popolazione trevigiana. Infatti, quello che esce dai dati da Il Sole 24 Ore è un quadro a tinte più che fosche per la fascia dei giovani, soprattutto la 91a posizione sui valori di disoccupazione giovanile fa riflettere molto.
“È da troppo tempo ormai che soggetti istituzionali e del mondo produttivo sottovalutano questi aspetti – punta il dito Visentin –, l’aver creato precariato diffuso e abbassato i redditi ha portato con sé benefici per pochi e malanni per i più, ma è un gioco al massacro. Non abbiamo praticamente più immigrazione e le nostre famiglie, e non per loro colpa - sottolinea il segretario CGIL -, fanno sempre meno figli. Ma non solo, non siamo più attrattivi dal punto di vista delle opportunità lavorative. Stiamo scivolando nel diventare il ‘sud del nord est’, senza possibilità di sviluppo del territorio e di crescita individuale, a livello lavorativo, economico e più in generale di vita”.
“La pandemia ha solo accelerato un processo già in atto, dalla crisi del 2008 almeno. Un trend – fa appello Visentin - che abbiamo il dovere di analizzare con la massima serietà e di arrestare quanto prima con azioni mirate di sostegno alle famiglie, di maggiore redistribuzione della ricchezza interna, di calmierazione del divario sociale tra centro e periferia (in termini territoriali e non solo), sulle pari opportunità, sulla qualità e tutela del lavoro. È questa una chiamata alla quale non si può più essere indifferenti”.
Ufficio Stampa
Visentin Mauro
Segretario Generale CGIL TREVISO